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Il Barolo incassa anche l’“apprezzamento”, tutt’altro che richiesto, della microcriminalità. Raffica di furti in Langa: dopo Sobrero, Fontanafredda e Cordero di Montezemolo tocca a Parusso. Sono migliaia le bottiglie rubate, tra Barolo e Barbera

Che il Barolo sia uno dei vini più prestigiosi e desiderati del Belpaese enoico non lo scopriamo certo oggi, ma negli ultimi tempi, a confermarlo, arriva l’“apprezzamento”, se così si può dire, della microcriminalità, del quale non si sentiva francamente la mancanza. L’ultima vittima è Parusso, azienda di Monforte d’Alba che ieri si è “svegliata” con una brutta sorpresa: dalla cantina sono sparite 1.400 bottiglie, tra Barolo Riserva 2006 Etichetta Oro, il Barolo Bussia 2012 Etichetta Nera e il Barolo Bussia 2011 Etichetta Nera, caricate, tanto aggiungere al danno la beffa, su un furgone dell’azienda (per un valore complessivo di 100.000 euro).

Ma non è un caso isolato, tutt’altro. Prima di Parusso, nel mirino dei ladri erano già finiti nomi eccellenti di Langa: a dicembre 2015 fu la volta di Sobrero, a Castiglione Falletto, da dove furono portate via 1.900 bottiglie, di cui 1.400 di Barolo e 500 di Barbera, quindi l’attenzione si è spostata su Fontanafredda, la griffe di Oscar Farinetti colpita nelle scorse settimane da più di un blitz, ed è di 20 giorni fa la notizia che ha coinvolto la cantina Cordero di Montezemolo, a La Morra, dove sono state rubate 3-4.000 bottiglie.

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