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L’agricoltura italiana cresce anche nel 2016, ma a tassi non così elevati come qualcuno auspicava. Almeno a leggere i dati del rapporto AgrOsserva di Ismea-Unioncamere, sul secondo trimestre 2016. Focus - Vino, export in positivo, tengono i prezzi

L’agricoltura italiana cresce anche nel 2016, ma a tassi non così elevati come qualcuno auspicava.
Almeno a leggere i dati del rapporto AgrOsserva di Ismea-Unioncamere, sul secondo trimestre 2016 (http://goo.gl/cdZFGf), secondo cui si conferma la crescita moderata del valore aggiunto del settore, sulla scia del +0,7% registrato nel primo trimestre. E tutto questo per effetto di una tendenza al ribasso dei prezzi delle materie prime e da una spinta dell’export più flebile rispetto a quanto osservato lo scorso anno. Le esportazioni dell’agroalimentare tra gennaio e maggio, inoltre, secondo l’Osservatorio, risultano in crescita del +3% sui primi cinque mesi dello scorso anno, in netto rallentamento sul tasso del +7,4% evidenziato nel 2015.
Da sottolineare, tuttavia, il balzo registrato nel mese di maggio (+9,9% sullo stesso periodo del 2015) che ha bilanciato la debole performance dei primi 4 mesi dell’anno, di riflesso alla battuta d’arresto delle vendite verso l’area Ue. Inoltre, prosegue la debolezza dei consumi alimentari domestici. I dati Ismea-Nielsen segnalano che gli acquisti per il consumo in casa di prodotti alimentari nel primo semestre sono diminuiti su base annua dell’1,3%, in termini di spesa. In particolare, nel confronto tendenziale con il primo semestre 2015 risultano in flessione gli acquisti di carni, salumi e latticini, nell’ordine del -6,1%, -5,6% e -3,4%. L’indice Ismea dei prezzi dei prodotti agricoli evidenzia poi per il secondo quarto dell’anno una flessione media del -7,8% sullo stesso periodo del 2015.

Nel trimestre, la dinamica ribassista è risultata più marcata per i prodotti vegetali (-9,3%), per effetto del forte calo del prezzo dell’olio d’oliva (-30,3%), della frutta (-18,3%) e dei cereali (-5,6%), mitigato dagli aumenti delle colture industriali (+8,1%), della soia e altre oleaginose (+2,3%). Per il comparto zootecnico, a causa di una congiuntura sfavorevole, si aggrava nel secondo trimestre 2016 la tendenza deflativa (-5,7% sul 2015), con riduzioni particolarmente severe per le uova (-18,3%) e per il latte e derivati (-7,1%).
Le difficoltà del settore, conclude Ismea, trovano conferma nel sentiment mediamente negativo delle imprese agricole, come evidenzia l’indagine sul clima di fiducia condotta trimestralmente da Ismea su un panel di circa mille operatori del settore primario. Lo scenario attuale preoccupa soprattutto le imprese specializzate in seminativi e quelle della zootecnia; mentre risulta più appagante per le aziende vitivinicole.

Focus - Il vino

In linea con quanto osservato nel primo trimestre dell’anno, anche il secondo ha mostrato una sostanziale stabilità per i prezzi dei vini comuni sia all’origine che all’ingrosso. Gli scambi sono stati ancora contenuti e l’unico piccolo miglioramento si è avuto nel confronto con lo scorso anno, in particolare all’origine, con i valori tornati a mostrare una variazione positiva, seppur lieve nell’entità (+1,4% a giugno rispetto allo stesso mese del 2015).
Le note positive continuano a giungere dall’export. I dati diffusi dall’Osservatorio del Vino Italiano, di cui Ismea è partner, indicano che nei primi tre mesi del 2016 è proseguita la crescita dell’export in valore, che ha messo a segno un incremento del 3,1% su base annua. All’ottima performance dal lato monetario non è seguita però una crescita dei quantitativi spediti oltre confine (4,6 milioni di ettolitri esportati, -0,4% rispetto al primo trimestre 2015).
Va segnalato, inoltre, che il 2015 aveva registrato una flessione dei volumi esportati. A livello di singoli Paesi, si conferma il buon andamento delle vendite negli Stati Uniti (+5,4% su base annua), dove l’Italia rimane principale esportatore. Segno “più” anche per l’export in valore verso il Regno Unito, dove i vini italiani hanno registrato un +7,3% su base annua, pur a fronte di un calo dei quantitativi esportati del 2,9%. Nota negativa per l’export verso la Germania, che ha registrato una perdita del 3,9% in valore e del 7% in volume.
Un calo, quello dell’export italiano nel mercato tedesco, che si inserisce comunque all’interno della riduzione complessiva evidenziata dall’import vinicolo della Germania nel primo trimestre dell’anno (-9% su base annua, fonte Eurostat).

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