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Gli Usa non “tradiscono” l’Italia del vino: crescono nei primi 6 mesi del 2016 le importazioni dal Belpaese, che rafforza la propria leadership sul mercato americano, anche grazie agli spumanti. Così i dati dell’Italian Wine & Food Institute

In uno scenario internazionale in cui partner più o meno storici per l’Italia del vino mostrano segnali incerti, gli Usa, come sempre da anni, non “tradiscono” il Belpaese enoico. Se la Germania mostra qualche segno di rallentamento, la Cina continua a promettere molto e mantenere poco, nonostante i molti investimenti, e il Regno Unito è alle prese con gli scenari che deriveranno dalla Brexit, gli Stati Uniti continuano ad aumentare le importazioni di vino italiano sia in quantità (+0,6%, 1,28 milioni di ettolitri) che, soprattutto, in valore (+3,9%, a quota 666 milioni di dollari) nei primi 6 mesi del 2016 sullo stesso periodo del 2015. A dirlo i dati dell’Italian Wine & Food Institute (https://iwfinews.com) guidato da Lucio Caputo, che mettono in evidenza anche un andamento altalenante dei principali competitor dell’Italia sul mercato americano.
Una crescita in cui, come accade da tempo, giocano un ruolo fondamentale gli spumanti, che nei primi 6 mesi del 2016 hanno messo a segno il +19,2% in quantità (282.070 ettolitri) e il +28,3% in valore (149,9 milioni dollari), con una quota di mercato che è del 59% in volume e del 36,4% in valore per la tipologia.
Un dato ancor più positivo se letto alla luce delle importazioni complessive di vino negli States, diminuite del 2,6% in volume (4,4 milioni di ettolitri) e cresciute in valore del 2,2% (1,94 miliardi di dollari). Con l’Italia che ha aumentato di un punto percentuale la sua quota di mercato sui vini stranieri sia in volume (è al 28,8%) che in valore (33,5%).
Bene il Cile, secondo paese fornitore del mercato Usa, a 794.500 ettolitri (+8,7%), per un valore di 132,6 milioni di dollari (+1,9%), decisamente male l’Australia, player straniero n. 3 negli States, a 675.240 ettolitri (-11,2%) per 175 milioni di dollari (-9,5%). Positiva, ancora, la Francia, che cresce sia in quantità (+12,5%, a 544.790 ettolitri) che in valore (+8%, a 462,4 milioni di dollari).

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