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Sequestrati altri 780 ettolitri di vino a Chieti per il filone abruzzese di “Sauvignon Connection”, l’inchiesta della Procura di Udine su presunte contraffazioni di vino con additivi e aromi chimici

L’indagine “Sauvignon Connection”, partita dalla Procura di Udine lo scorso settembre coinvolgendo 17 cantine tra Udine e Gorizia, per poi allargare i propri confini anche ad Abruzzo e Umbria, vede un un nuovo atto: dopo l’udienza preliminare di dicembre - dalla quale, piuttosto paradossalmente, erano usciti soddisfatti sia gli avvocati della difesa che la Procura stessa - il Tribunale di Chieti ha fatto eseguire ai Carabinieri del Nas il sequestro in una cantina chietina di una quantità di vino che si aggirerebbe intorno ai 780 ettolitri.

Il produttore, Cantine Ortona, come riportato dal “Messaggero Veneto”, aveva già subito un sequestro ad ottobre, e secondo la Procura avrebbe, tramite l’opera di Ramon Persello, l’enologo al centro anche del filone friulano dell’inchiesta, usato sostanze non dannose per la salute per esaltare i normali aromi dei vini, nei fatti sofisticandoli. Questa volta, ad essere stati posti sotto sequestro sarebbero circa 780 ettolitri di vini di più tipologie - principalmente Chardonnnay, ma anche Trebbiano, Cerasuolo, Montepulciano, Pecorino, Passerina, Cococciola, Sangiovese e vino sfuso - e di annate comprese tra la 2013 e la 2015, per l’uso di sale rosa dell’Himalaya e integratori alimentari come additivi ed esaltatori degli aromi.

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