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Da gita fuori porta a pasto luculliano nell’Italia del miracolo economico, da simbolo di emancipazione delle donne in cucina (viva l’insalata di riso) ad oggi sempre più fusion, a WineNews, il pranzo di Ferragosto visto dall’antropologo Marino Niola

Non Solo Vino
Marino Niola

“Come in tutte le feste dedicate al riposo, nel Ferragosto la tavola ha da sempre un ruolo centrale. E se lo è conquistato sempre di più: una volta significava fare un pranzo fuori porta in un giorno di scampagnata al mare o in campagna, ed era soprattutto una tantum, perché prima del miracolo economico gli italiani non andavano certo in vacanza, e il Ferragosto era un giorno di stacco in cui si celebrava questa libertà anche mangiando insieme agli altri. Poi con il boom economico il Ferragosto degli italiani è diventato sempre più “grasso”, con il cinema che ci ha consegnato la celebre immagine di pranzi luculliani degli italiani in riva al mare con teglie di pasta al forno e fettuccine, nonostante il caldo, di un’Italia povera ma bella nonostante qualche kg di troppo”. Da allora, nella “cronistoria” del pranzo di Ferragosto ripercorsa con WineNews da Marino Niola, giornalista, scrittore e professore di Antropologia e Miti e Riti della Gastronomia all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, “si arriva fino all’Italia di oggi, sicuramente più bella e senza più kg di troppo, ma che, nonostante tutto, non riesce a vedersi bella” e questo ha conseguenze anche sulla tavola.

Il pranzo di Ferragosto però, a differenza del Natale e della Pasqua, ricorda il professor Niola, non ha riti: “è libero, senza un menu prestabilito, e ognuno se lo costruisce in maniera sincretica. Tanto è vero che con l’insalata di riso e la pasta fredda il pranzo del 15 di agosto, nella mutazione antropologia dell’Italia degli anni Settanta e Ottanta, è diventato anche il simbolo della liberazione delle donne dai compiti troppo gravosi della cucina. Oggi è sempre più “fusion”, con frammenti del passato e in cui si prende un po’ del pranzo delle feste comandate e della domenica, ma per costruire un nuovo modello di banchetto”.

Ma il bello del Ferragosto, festività pagana e cristiana allo stesso tempo, sta anche nel fatto che tutti lo celebrano. “Fanno festa anche i non credenti - spiega l’antropologo - perché non celebrano l’Assunzione di Maria in cielo, ma il “Capodanno laico della società dei consumi”: questo è oggi il Ferragosto, il vero momento in cui tutte le attività sociali si fermano. Perché se una volta il Capodanno era una festa contadina che celebrava la fine del periodo della semina e l’inizio del nuovo anno dopo il solstizio d’inverno, nella nostra società emancipata dai ritmi della natura, il Ferragosto è diventato la vera festa del tempo libero”.

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