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Avvenire.it

I cinesi si tuffano nel vino italiano. I nostri vitivinicoltori crescono del 12% ... In fatto di vino, la Cina è un nostro cliente importante. Strano a dirsi, ma il Paese, preso sempre ad esempio in quanto a capacità di invadere il mondo con qualsiasi prodotto spesso imitato, è anche un forte importatore di vino. Nel primo semestre di quest’anno - stando ai dati appena diffusi da Decanter China e da WineNews -, gli acquisti di vini esteri da parte dei cinesi sono cresciuti del 27,8% in valore sullo stesso periodo del 2015, arrivando a quota 1,18 miliardi di dollari per circa 299,7 milioni di litri. E non si è trattato di vini di poco conto, visto che i prezzi a bottiglia sono cresciuti così come la quantità di bottiglie importate. Si tratta di un fenomeno importante, che dice molto sui movimenti dei grandi mercati agroalimentari internazionali e nel quale l’Italia ha un suo ruolo di rilievo. I vitivinicoltori italiani in Cina hanno visto una crescita della loro presenza pari al 12,2% in volume (12,7 milioni di litri), ma soprattutto un deciso +39% in valore (fino a 56,9 milioni di dollari), con un prezzo medio aumentato del 23,9%, a 4,46 dollari, per il vino imbottigliato. Certo, in Cina continua a vincere la Francia che da sola totalizza vendite per 503,1 milioni di dollari, ma le etichette italiane si fanno valere e con ragione. L’Italia agricola, quindi, in qualche modo continua a vincere. Anche a dispetto - viene fatto notare da WineNews -, del “rallentamento della crescita dell’economia cinese rispetto agli ultimi anni, e ai tanti investimenti, anche stranieri (soprattutto francesi) per far crescere l’industria domestica del vino (che copre il 90% del consumo totale) sul fronte della qualità”. Una situazione positiva non solo per i risultati economici, ma anche perché implica un cambiamento in meglio delle abitudini alimentari e il superamento di numerosi vincoli burocratici che da sempre hanno caratterizzato le vendite sul mercato cinese. Capacità di cogliere gli orientamenti del mercato, oltre che alta qualità del prodotto, costituiscono quindi ancora una volta gli strumenti più utili per crescere. Anche per l’agroalimentare e soprattutto in mercati difficili e complessi. Un altro esempio in questo senso arriva, sempre parlando di vino, dagli Usa. Qui pare (secondo un sondaggio Gallup), che siano le donne a consumare con più attenzione vino. Un’indicazione da cogliere e sfruttare per i produttori italiani che negli Usa sono in cima alla classifica di vendite vinicole. Soprattutto tenendo conto che proprio quello americano è il primo mercato mondiale per questo prodotto.

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