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Vorrei un bicchiere di... quello! In soccorso degli enoappassionati con difficoltà di pronuncia di etichette e denominazioni arriva SayWine, un’app che fornisce pronunce in lingua originale (e di un parlante inglese) di ogni nome del mondo di Bacco

La pronuncia di certe etichette, specie se in lingue diverse dalla propria, non è scontata, e può intimorire i non esperti, a maggior ragione se in contesti sociali nei quali si teme di rischiare la figuraccia. Se n’è accorto di prima mano lo chef e linguista italoamericano Robert Aiudi, mentre, come ha raccontato al “New Haven Independent” (www.newhavenindependent.org), stava gustandosi un bicchiere di rosso a un bar. Sentendo un gruppo di avventori a un tavolo vicino ordinare il vino per la serata, Aiudi ha notato che i clienti avevano non pochi problemi di pronuncia, e uno di loro, per evitare imbarazzi, si limitò a chiedere “un bicchiere di quello”, indicando con il dito un’etichetta italiana sulla carta. Ecco come allo chef è venuta in mente l’idea dietro a “SayWine”, un’app sviluppata in tandem con Laura Strassman e che, una volta completata, consentirà agli utenti di ascoltare la pronuncia di ogni etichetta, ed in due versioni: una nella lingua natìa del vino, e l’altra di un parlante inglese, in modo da aumentare le possibilità di replicarla senza rimediare figuracce davanti al sommelier e ai commensali, e il tutto corredato da una “mini-scheda” del territorio di origine di vino.
Per cominciare, l’app consentirà di imparare le pronunce delle etichette tricolori, in evidente omaggio alle origini di Aiudi: le primissime ad essere incluse, per espressa scelta dello chef, saranno i vini toscani, una terra per la quale Aiudi ha ammesso di avere un debole - e specialmente per “i grandi Brunello”. Dal Granducato, “SayWine” si allargherà poi a Piemonte, Veneto, Friuli e Sicilia, per poi varcare virtualmente le Alpi e sbarcare a Bordeaux. “Quando si fa passare il vino come una cosa altezzosa, di certo non si fa desiderare alle persone di approcciarvisi”, ha spiegato Aiudi, “mentre io penso che il vino sia una delle cose più accoglienti del mondo, e il mio obiettivo è quello di riuscire a farci sentire le persone a loro agio. Dopotutto, per imparare una lingua bisogna essere senza paura”. E, in effetti, anche per imparare gli arcana, linguistici e non, del mondo del vino...

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