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In Francia settembre è il mese delle “foire aux vins”, con settimane di sconti e promozioni in tutte le principali catene della gdo: i wine lover spenderanno, in media, 97,05 euro, da investire principalmente in vini rossi di consumo quotidiano

In Francia, come da tradizione, settembre è il mese delle “foire aux vins”, le fiere del vino che, però, non si celebrano nei territori di Bacco, ma tra gli scaffali della grande distribuzione e tra gli spazi virtuali dei rivenditori online, dove, per pochi giorni o qualche settimana (dipende dalla politica scelta dalle singole catene, da Auchan dure due settimane, da Biocoop più di un mese, ndr), il vino la fa da protagonista, con sconti su bottiglie di ogni genere, da quelle di consumo quotidiano alle diverse annate dei Premiers Crus di Bordeaux.
Com’è facile immaginare, le prossime saranno settimane particolarmente vivaci per il mercato interno, ma cosa cercano i wine lover francesi? Il magazine “Lsa Commerce & Consommation” (www.lsa-conso.fr) lo ha chiesto direttamente ai consumatori, rivelando che la spesa media sarà di 97,05 euro, il 4,3% in più della campagna 2015, concentrata, principalmente, sui vini rossi (77,1% degli acquisti), senza una particolare predilezione per le etichette più iconiche. Il 59,2% dei francesi, infatti, investirà in bottiglie da consumo quotidiano, più che da invecchiamento (47,3%) o in grands crus (43,4%). Ciò che spinge i wine lover sarà soprattutto la ricerca di buoni affari (65,9%), ma anche arricchire la propria cantina (31,4%) e comprare dei vini raccomandati da guide e wine writer (30,3%).

Ma gli enoappassionati sono anche alla ricerca di vini rari e novità (35%), che in molti cercano di soddisfare online, su Vente-Privée o Monoprix. Il luogo preferito d’acquisto, comunque, rimane lo scaffale del supermercato, che verrà scelto dal 79,6% delle persone, con il 35,5% che farà anche un salto in enoteca ed un altro 32,8% che andrà direttamente dal produttore, mentre acquistare su internet è nelle intenzioni solamente del 14,4% dei francesi,
che con il vino sono abituati, esattamente come gli italiani e gli spagnoli, ad avere un rapporto diretto, fatto di sensazioni, di assaggi, di strette di mano, che limitano la crescita dell’e-shopping, specialmente nelle settimane delle “foire aux vins”.

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