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I giovani cinesi comprano il vino più sul web che in enoteca, con la rete che è tra le prime fonti di informazione: così l’Osservatorio Business Strategies e WineMonitor, a poche ore dal “9/9” di Alibaba, che vedrà l’Italia grande protagonista

Internet è il secondo canale di acquisto di vino per i millennials cinesi, dopo la Gdo (23%) e prima delle enoteche (8%). Il 13% dei giovani e ricchi consumatori del Paese del Dragone acquistano infatti il vino principalmente on-line: una quota altissima rispetto all’altro grande Paese buyer, gli Usa, dove la percentuale è del 3%. Il dato sale ancora per i millennials che comprano vino da consumare a casa: qui il web è luogo di acquisto per il 26% dei giovani cinesi, contro il 4% dei coetanei statunitensi. A dirlo un’indagine condotta su 1.200 millennials cinesi e 2.300 giovani Usa, realizzata dall’Osservatorio Business Strategies Paesi terzi in collaborazione con Nomisma/Wine Monitor, a pochi giorni dal “Tmall 9.9 Global Wine & Spirits Festival” (in cinese si pronuncia “Jiu Jiu”, omofono di “vino” e “nove”) la giornata del vino” di Alibaba, colosso del commercio elettronico in Cina, che vedrà l’Italia protagonista con il Belpaese che, “con 50 cantine, tra cui Allegrini, Antinori, Bolla, Folonari, Frescobaldi, Mezzacorona, Planeta e Ruffino, e 500 etichette si posiziona - spiega una nota del gruppo cinese al - secondo posto per rappresentanza”.

L’importanza del web per i giovani winelover cinesi, sottolinea ancora l’osservatorio - emerge anche nelle modalità di approccio al vino: se infatti il 44% preferisce scoprire le caratteristiche del prodotto con le degustazioni al ristorante, è altrettanto importante (40%) la quota di chi lo fa attraverso la consultazione di siti e blog dedicati al vino, una percentuale quasi tripla rispetto a quanto registrato dai coetanei statunitensi (15%). In rapporto al resto della popolazione, il cluster millennials - per antonomasia iper-digitale - è sicuramente quello che sta trainando la crescita dei consumi di vino in Cina, con una quota del 12% che ha bevuto vino nell’ultimo anno, in particolare a casa. E se il vino italiano nel Celeste Impero è fermo al quinto posto tra i Paesi fornitori con un misero 5% di quota di mercato (44% per la Francia), tra i giovani e ricchi cinesi il prodotto enologico italiano guadagna posizioni e raccoglie il 14% dei consumi, dietro soltanto ai francesi (30%). “Il crescente interesse verso il nostro prodotto - ha detto Silvana Ballotta, ceo della società fiorentina esperta in internazionalizzazione, Business Strategies -, lo dimostra la voglia di Italia dimostrata dall’indagine, se è vero che l’89% degli enoappassionati cinesi frequenterebbe un corso per conoscere meglio il vino del Belpaese”.
Secondo le elaborazioni Nomisma-Wine Monitor (su dati dogane), nei primi sette mesi di quest’anno l’Italia è il Paese tra i “top exporter” in Cina che è cresciuto di più in termini percentuali, con un aumento - sullo stesso periodo del 2015 - del 28,1% (68,7 milioni di euro). Il dato è infatti leggermente superiore rispetto ai 3 principali fornitori in Cina, con la Francia che a luglio ha chiuso con un +26,3%, l’Australia a +26% e il Cile a +20,1%.
E proprio per coltivare questa crescita, anche attraverso i giovani e il web, il Belpaese ha investito molto (come hanno fatto competitor come Francia, Spagna, Stati Uniti, Australia e Nuova Zelanda) nell’ormai celeberrimo e imminente “9/9”, presentato a Vinitaly dal fondatore di Alibaba Jack Ma e dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi che, pochi giorni fa, proprio in Cina, ha firmato un accordo per la tutela e la promozione del made in Italy sul network del colosso del commercio elettronico cinese.
Rodrigo Cipriani Foresio, Managing Director di Alibaba Italia e Sud Europa, ha dichiarato: “siamo particolarmente orgogliosi del risultato raggiunto. Solo quattro mesi fa, quando annunciammo l’iniziativa dal palco di Vinitaly, due sole cantine italiane aveva lo store sulle nostre piattaforme, oggi si sono aggiunte quelle di Mezzacorona, Giv - Gruppo Italiano Vini ed Iswa - Italian Wine Signature Academy. E l’Italia con 50 cantine e oltre 500 etichette, presenti in vario modo, è il secondo Paese più rappresentato in un grande evento come il Tmall 9.9. Numeri che confermano la nostra convinzione di come Alibaba possa fare molto per aiutare il vino italiano a crescere in Cina, aumentando la propria quota di mercato rispetto all’attuale del 6%, che non rende giustizia a un prodotto di qualità come quello che i nostri produttori sanno selezionare e offrire. Un obiettivo per cui abbiamo ancora una volta al nostro fianco Ita - Italian Trade Agency, impegnata ad amplificare e supportare i nostri sforzi organizzando per il pubblico locale una presentazione e un wine tasting a Shanghai con l’importante presenza, al fianco del Presidente Michele Scannavini, anche del Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico con delega all’internazionalizzazione, Ivan Scalfarotto, e dell’Ambasciatore italiano a Pechino Ettore Sequi che ringrazio”.
“Il mercato cinese rappresenta una grande opportunità per il vino italiano, che è in grado di imporsi non solo grazie al valore intrinseco del prodotto ma anche in relazione all’immagine del nostro Paese, in ultimo consolidando il rapporto tra Italia e Cina - ha dichiarato Marilisa Allegrini, titolare insieme al fratello della Cantina Allegrini e presidente Iswa - l’Italia è esempio di un interessante modello di agricoltura basato sulla biodiversità e la produzione di vino lo rispecchia perfettamente. Per promuovere questa diversità, sette produttori di grande prestigio (Allegrini, Arnaldo Caprai, Feudi di San Gregorio, Fontanafredda, Frescobaldi, Planeta, Villa Sandi) provenienti da sette Regioni con una importante tradizione vinicola, hanno dato vita a un consorzio. L’“Italian Signature Wines Academy” (ISWA), che riunisce solo produttori che hanno alle spalle una grande storia familiare. L’associazione è entusiasta dell’evento del 9/9 che celebra il nostro incontro coi consumatori cinesi attraverso Alibaba. Italian Signature Wines Academy confida che in molti saranno desiderosi di conoscere i nostri vini, la nostra cucina, la storia e l’arte meravigliosa che caratterizzano il nostro Paese”.
Secondo il “Global Wines and Spirits Consumption Report” realizzato da Tmall insieme a CBNData, il 47% dei consumatori di vino in Cina hanno acquistato online vino rosso d’importazione. Dal 2013 al 2015, la piattaforma Tmall, ha quintuplicato il numero di acquirenti nella categoria di wine and spirits, raggiungendo più di 10 milioni di consumatori. Inoltre, il report ha evidenziato un aumento della popolarità dei vini importati tra i ventenni e nelle città minori.
Per offrire massima visibilità e opportunità ai brand di entrare in contatto con i consumatori, Tmall ha lanciato una serie di innovative campagne marketing dal 1 settembre (come già scritto da WineNews, http://goo.gl/G4otKq), come le aste live per etichette rare e in numero limitato. Un centinaio di esperti di vino a livello mondiale, tra cui Jean-Luc Thunevin, rivoluzionario del vino famoso per il suo approccio moderno alla produzione nonché fondatore di Château Valandraud, e il celebre critico James Suckling,, condivideranno in video live i propri pareri sui vini attraverso le app di Tmall e Taobao per i consumatori cinesi. Grazie alle capacità di analisi dei dati di Alibaba, il sito mobile del Tmall 9.9 Global Wine and Spirits Festival fornirà elementi personalizzati per gli utenti sulle app di Tmall e Taobao. Il Tmall 9.9 Global Wines and Spirits Festival non è solo un evento online, ma 5.000 bar a pub parteciperanno offrendo assaggi gratuiti e altri servizi ai consumatori in Cina.

Ma, in ogni caso, che la sfida del vino italiano in Cina passi dal digitale, ormai, è una certezza: “con 688 milioni di naviganti in rete, di cui in gran parte nativi digitali e 659 milioni di utenti social, il web è sempre più uno strumento fondamentale per colmare il gap che ci separa dagli altri Paesi competitor, Francia in primis. E Vinitaly, da 50 anni promotore dell’internazionalizzazione del sistema vino con azioni mirate di marketing mix, intende accettare questa sfida accanto e al servizio delle aziende vitivinicole made in Italy”. Così Giovanni Mantovani, direttore generale di VeronaFiere intervenendo oggi a Shanghai all’evento “E-commerce: the new gateway for italian wine in China”, organizzato da Ice, Italian Trade Agency, con l’Ambasciata d’Italia nella Repubblica Popolare Cinese, il Ministero dello Sviluppo economico e il Ministero delle Politiche agricole per sostenere le aziende italiane già presenti sui canali online Alibaba e per avviare ulteriori campagne di sensibilizzazione destinate ai consumatori cinesi. “Oltre alla Vinitaly International Academy, che in Cina ha già formato - ha proseguito Mantovani - dieci ambasciatori del vino italiano, Vinitaly è disponibile a realizzare, in partnership con i principali attori del settore vinicolo, la multipiattaforma Italian Wine Channel, per ampliare la commercializzazione online attraverso i canali più innovativi e diffondere una più puntuale conoscenza delle peculiarità dei vini e dei vitigni italiani”.

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