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Niente “Nebbiolo” in etichetta, per ora, nella Doc Piemonte. L’Assessore all’Agricoltura Ferrero: “pareri discordanti”. Ma il dibattito tra i consorzi del Barolo e della Barbera d’Asti (che ha proposto la modifica) prosegue “in maniera costruttiva”

Dopo dibattiti, polemiche e discussioni, per ora non passa la proposta di poter scrivere “Nebbiolo” nelle etichette della Doc “Piemonte Nebbiolo”. Il Nebbiolo, dunque, si potrà produrre ovunque in Piemonte, ma l’indicazione del vitigno rimane esclusiva della Doc Langhe Nebbiolo. Così ha deciso il comitato vitivinicolo della Regione: “ho preso atto che ci sono pareri discordanti tra i diversi territori”, ha sottolineato l’assessore all’agricoltura Giorgio Ferrero (la proposta arrivava dal Consorzio della Barbera d’Asti e aveva incontrato subito il secco no, tra gli altri, del Consorzio di Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani) secondo il quale, riporta “La Repubblica - Torino” (http://goo.gl/BTFrL6), un terreno condiviso potrebbe essere la ricerca di “doc” più ristrette, come disciplinare e come aree di produzione, che già consentono l’uso di uve nebbiolo e cui aggiungere la possibilità di citarlo esplicitamente in etichetta. Il pensiero va al Monferrato che in futuro, al termine di un lavoro di approfondimento e di confronto tra tutti i soggetti coinvolti, potrebbe chiamarsi Monferrato Nebbiolo.
Insomma, la Doc Piemonte Nebbiolo non si farà, ma che Nebbiolo, vitigno principe del Piemonte e anima dei vini più importanti, come Barolo e Barbaresco, possa finire scritto su altre etichette delle denominazioni regionali, non sembra impossibile, e la filiera pare disposta a discuterne.
“Abbiamo espresso le nostre posizioni, che sono state recepite favorevolmente dal comitato. Ci proponiamo di trovare soluzioni alternative per andare incontro alle esigenze dei proponenti”, commenta Orlando Pecchenino, presidente del Consorzio Barolo, Barbaresco, Alba, Langhe e Dogliani.
Per Filippo Mobrici, presidente del Consorzio Barbera d’Asti e vini del Monferrato, “la discussione si è svolta in un clima sereno e costruttivo, e di questo siamo soddisfatti. Ripresenteremo su questa base una proposta che possa trovare un ampio consenso del tavolo e dei produttori”.
“Ringraziamo”, hanno aggiunto i presidenti dei due Consorzi, “i membri del Comitato per la loro disponibilità alla discussione, e l’assessore regionale Giorgio Ferrero per l’opera di mediazione svolta”.

“Come sempre il Comitato svolge un utile ruolo di confronto per trovare soluzioni nell’interesse dei produttori e del territorio piemontese. Così è stato anche questa volta, il lavoro cominciato oggi, anche grazie alla struttura regionale, darà di sicuro ottimi risultati”, ha concluso Ferrero.
All’idea di una Doc Piemonte con Nebbiolo in etichetta si era opposta anche parte della critica internazionale, come la firma di Wine Enthusiast dall’Italia, Kerin O’Keefe, che aveva commentato la cosa come “una delle peggiori proposte che abbia mai sentito”, definendola “una sorta di svalutazione non solo economica, ma anche concettuale, del grande lavoro di zonazione fatto per distinguere e valorizzare i singoli cru di Barolo in primis, che raggiungono quotazioni stellari (in alcuni casi anche oltre il milione di euro), e di Barbaresco”.

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