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Veneto sempre al top nell’export di vino italiano, ma la Toscana (stabile) supera il Piemonte (in netto calo). Così i primi 6 mesi 2016 secondo i dati Istat analizzati dall’Osservatorio Paesi Terzi di Business Strategies, con Nomisma Wine Monitor

Italia
Crescono le esportazioni di vino italiano nel 2016 ma solo grazie agli spumanti, Veneto al top, ma la Toscana supera il Piemonte

Il Veneto, rimane saldamente in testa tra le Regioni dell’export enoico tricolore, con 935.099 milioni di euro nei primi 6 mesi del 2016 (+9,3% sullo stesso periodo 2016). Ma sul podio, la Toscana, sostanzialmente in linea con il 2015 (-0,1%), con 427.110 milioni di euro, supera il Piemonte, che con un calo deciso del -7,3%, scende al terzo gradino del podio, a quota 404.565 milioni di euro.

Nella “top five” il Trentino Alto Adige, con 249.434 milioni di euro (+2%), e l’Emilia Romagna, con 131.429 milioni di euro. In un contesto in cui l’Italia, nel complesso, ha visto crescere le proprie esportazioni enoiche del 2,9%, a quota 2,6 miliardi di euro. A dirlo i dati Istat analizzati dall’Osservatorio Paesi Terzi di Business Strategies, realizzata in collaborazione con Nomisma Wine Monitor.

“La Toscana supera il Piemonte nel valore delle esportazioni e l’Italia “sovraperforma” i trend di mercato in Paesi Terzi come Usa, Cina, Svizzera, Russia. Male invece Canada e Giappone. Lo storico sorpasso della Toscana sul Piemonte - commentano - non si è però registrato grazie a un exploit delle vendite della regione del Granducato, che restano stabili, quanto da un calo complessivo del Piemonte, maturato in buona parte dalla contrazione della domanda Ue.La crescita italiana del primo semestre è trainata ancora una volta dagli spumanti (+23%), mentre i fermi imbottigliati segnano un’inversione di tendenza (-1,3%)”.

Nel dettaglio, secondo le agenzie delle dogane, nei primi 7 mesi dell’anno, sottolinea l’Osservatorio, le importazioni dei nostri vini fermi in bottiglia crescono in Cina (+35,1%), in Russia (+14,6%, dato di giugno) e sono stabili negli Usa (-0,2%), dove volano gli sparkling italiani (+23,5). Perdono invece in Canada (-7%), in Giappone (-2,8%) e nel “futuro extra Ue” Regno Unito (-8,2%).

“In particolare il risultato in Cina ci fa ben sperare, anche se non possiamo permetterci di abbassare la guardia della promozione in mercati consolidati come Canada e Giappone”, ha detto la Ceo di Business Strategies, Silvana Ballotta. Per il responsabile Wine Monitor di Nomisma, Denis Pantini: “sebbene moderatamente, il nostro export continua a crescere e il confronto del semestre con i competitor ci dice che abbiamo segnato l’incremento maggiore tra i top ten, specie sui Paesi dell’Emisfero Sud, che in questi primi 6 mesi hanno segnato un po’ il passo”.

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