02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

Promozione, pubblicità, brand, valorizzazione e identità, lotta alla burocrazia e protezione dei bandi Ocm: punti cardine e status quo per il presente e il futuro dell’agroalimentare italiano d’eccellenza per Mario Guidi, presidente Confagricoltura

Italia
Mario Guidi, presidente Confagricoltura

L’agricoltura italiana è un settore dal profilo frastagliato, dove settori come il vino continuano a macinare ottimi risultati mentre altri - come l’ortofrutta, il lattiero o il cerealicolo - annaspano. E i fondamentali, le produzioni di massa, soffrono perché “non riescono a trovare un’adeguata valorizzazione, a differenza del vino”: a dirlo, a tu per tu con WineNews, è Mario Guidi, presidente di Confagricoltura.“Non abbiamo lavorato abbastanza”, ha proseguito Guidi, “per creare quel valore aggiunto d’immagine, connubio tra qualità e territorio, che si è realizzata nel vino”. Un endorsement a tutto tondo per la filiera vitivinicola italiana, quindi, ma con dei caveat, perché “non dobbiamo abbassare la guardia, c’è ancora molto da fare per mettere in sicurezza i nostri successi: il Testo Unico sulla Vite e sul Vino ha ricevuto ieri l’avvio della procedura di approvazione, e ci lavoriamo da due anni, e già questo la dice lunga sulla necessità di essere più all’altezza delle imprese”. C’è chi riduce la questione delle produzioni fondamentali a un fondamentale mismatch tra offerta e domanda di materie prime, come il grano duro per la pasta, ma secondo Guidi si tratta di un falso problema, perché “bisognerebbe volerlo comprare nel modo giusto, e che si coltivasse nel modo giusto: ci vorrebbe l’affermazione finale che l’industria agroalimentare italiana, quella pastaia in particolare, punta sulla qualità italiana. Forse i cereali sono stati considerati figli di un dio minore, ed è ora di dargli la dignità che meritano, perché il 20% della superficie agricola italiana non può essere dimenticato”.
Guardando all’esterno dei confini nazionali, la strada da percorrere è, giocoforza, quella dei trattati internazionali, bilaterali e comunitari insieme: e per Guidi è necessario “un accordo di bilateralità vera. Non siamo per il protezionismo, non vedo male il fatto che l’Europa apra le proprie frontiere”, ma questa bilateralità “va ottenuta anche nei confronti degli altri Paesi”, mentre quando queste aperture vengono fatte solo nel nome degli interessi sociali, delle migrazioni, “senza tener conto di questi impatti. In fondo chiediamo solo reciprocità, anche dal punto fitosanitario, perché non possiamo coltivare secondo i parametri dell’Unione Europea facendo invece mangiare ai nostri figli ciò che altri paesi non producono come noi”.
Per le organizzazioni di categoria dell’agroalimentare italiano come Confagricoltura, il Ministero delle Politiche Agricole è interlocutore primario, e da questo punto di vista ci sono alcuni temi che per il presidente Guidi sono prioritari sul versante politico: oltre al tema generale della valorizzazione dei prodotti, “c’è la burocrazia, un tormentone che va avanti da troppo tempo sul quale è stato fatto poco, pochissimo, e annunciato molto, tantissimo, ma nella realtà pratica tutti i giorni che si annuncia una semplificazione, non so perché, ma si creano dieci burocrazie in più, come un’idra che moltiplica le proprie teste”. Sul primo versante, invece, “stiamo imparando che non c’è valorizzazione senza comunicazione e soprattutto senza pubblicità”, e quindi, secondo Guidi, “la sfida del futuro dell’agricoltura italiana è quella di creare brand che siano in grado di essere comunicati in maniera pubblicitaria al consumatore. In questo”, aggiunge il presidente Confagricoltura, “gli organismi interprofessionali su tutti i settori diventano fondamentali per investire nella comunicazione e spiegare, per esempio, al consumatore italiano che la zootecnia italiana è di qualità, e che mangiare una giusta quantità di carne fa tutt’altro che male”.
Chiudendo, infine, il cerchio per tornare al vino, non è possibile non menzionare la recente querelle sui fondi Ocm, con i ricorsi che potrebbero paralizzare la distribuzione dei fondi europei per tutti - e su questo Guidi non ha certo un punto di vista ottimista, dato che più che rischiare il caos, “si è già nel caos: abbiamo scritto insieme alle altre organizzazioni che si occupano di vino al Ministro Martina, rappresentandogli per iscritto la necessità di attivare procedure per non fermare, con questi ricorsi in atto, le procedure di affidamento dei bandi, perché le aziende non possono aspettare. Sarebbe tremendo, anzi non ci voglio nemmeno pensare”, conclude amaramente Guidi, “perdere cento milioni di euro di finanziamenti che sono fondamentali per lo sviluppo delle imprese vitivinicole”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli