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Dalle colline del Soave alle Cinque Terre, dalla Costiera Amalfitana a Pantelleria, da Yuanyang nello Yunnan in Cina all’isola di Bali in Indonesia, i “Paesaggi Terrazzati” del mondo in cui si inerpica la vite, si incontrano in Veneto (6-15 ottobre)

I paesaggi terrazzati sono presenti in tutto il mondo e rappresentano l’evidenza concreta e tangibile di come la vita - e in alcuni casi la vite - possa svilupparsi fin nei declivi più scoscesi delle aree montane e costiere di ogni parte della terra. Dalla fine del secolo scorso si registra un interesse crescente nei confronti di una comprensione più profonda di questi paesaggi alcuni dei quali hanno ricevuto riconoscimenti internazionali, dai terrazzamenti di Ifugao nelle Filippine ai terrazzi Yuanyang nello Yunnan in Cina, dall’isola di Bali in Indonesia alle Cinque Terre e la Costiera Amalfitana in Italia, inseriti nella Lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco, o come le colline terrazzate del Soave, primo Paesaggio rurale di interesse storico d’Italia. Ma nonostante tutto, molti paesaggi terrazzati rimangono abbandonati o si trovano a fronteggiare rischi di natura geologica. Dare un impulso all’impegno internazionale per proteggere e valorizzare questi paesaggi, e far conoscere in particolare quelli esistenti in pItalia e nei vicini Paesi del Mediterraneo e dell’Europa Centrale, è l’obbiettivo del “Terzo Incontro Mondiale sui Paesaggi Terrazzati”, promosso dal movimento indipendente Alleanza Mondiale per i Paesaggi Terrazzati (Itla), assieme allo Iuav di Venezia e all’Università di Padova, e che, dopo Cina e Perù, è in programma in Italia, in Veneto, dal 6 al 15 ottobre, al Chiostro dei Tolentini a Venezia e all’Orto Botanico di Padova. A parlare di viticoltura eroica sulle colline terrazzate sullo sfondo della loro Regione, in virtù del recente riconoscimento ministeriale quale primo paesaggio rurale di interesse storico d’Italia, sarà il Consorzio del Soave, per il quale, spiega il direttore Aldo Lorenzoni, “essere parte attiva di questo prestigioso incontro internazionale rappresenta la prosecuzione di un percorso che abbiamo iniziato diversi anni fa e che sottolinea la valenza delle colline terrazzate del Soave, al cui interno, nella zona classica, sono stati individuati 1.700 ettari collinari, microparcellizati, coltivati secondo le tecniche della viticoltura eroica. Risale infatti al 1816 la prima mappa, tratta dal catasto napoleonico, che censisce i vigneti del Soave, in base alla quale poi nel 1931, con decreto regio, è stata istituita la prima denominazione italiana. In questa zona - percepita come isola non urbanizzata nella campagna veneta - sono ancora oggi presenti elementi di edilizia storica, capitelli votivi, forme di allevamento come la pergola, muretti a secco. Esistono inoltre vigneti di oltre 100 anni, tutt’oggi produttivi”.

Info:
www.terracedlandscapes2016.it

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