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Il Liv-ex 100, l’indice di riferimento per i fine wines sui mercati secondari, ha registrato una sostanziosa ripresa tra novembre 2015 e settembre 2016: +18,8%. La Brexit attira gli investimenti esteri, ma crollano gli acquisti in dollari, euro e yen

Il Liv-ex 100, l’indice di riferimento per i fine wines, che monitora i prezzi dei vini top di Bordeaux, Borgogna, Champagne, Rodano, Italia (Solaia, Sassicaia, Ornellaia, Masseto), Usa, Spagna e Australia, analizzandone l’andamento sui mercati secondari, ha registrato una sostanziosa ripresa tra novembre 2015 e settembre 2016: +18,8%. Una performance legata a doppio filo all’andamento della sterlina, con un’impennata decisa seguita al voto sulla Brexit, che conferma quanto scritto ad agosto da WineNews (http://bit.ly/2dwWGKG), riportando le previsioni della società d’investimento britannica Cult Wines: i fine wines si sono rivelati un bene rifugio su cui investire, e la caduta della sterlina, un fatto di per sé drammatico per l’economia britannica, ha attirato gli investimenti stranieri specie da parte di chi compra in dollari, come gli americani e gli asiatici.
Ipotesi corroborata dall’andamento dei buyers che contrattano in dollari, euro e yen, con le contrattazioni in netto calo soprattutto per lo yen, che nell’ultimo anno ha lasciato sul campo il 16%. Interessante, infine, il parallelismo tra il Liv-ex 100 fine wines ed il FTSE 100, l’indice delle 100 società più capitalizzate quotate al London Stock Exchange: entrambi, dal voto sulla Brexit ad oggi, sono cresciuti regolarmente, grazie soprattutto agli investimenti stranieri, +8,3% il Liv-ex 100 e +6,1% il FTSE 100.

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