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“L’Italia è presente nella Cité du Vin a Bordeaux, ma vorremmo offrire un’esperienza più completa, tra tasting ed eventi con i consorzi. La speranza è trovare un partner che rappresenti tutto il settore”: così la partnership manager Florence Maffrand

Italia
Florence Maffrand,partnership manager Cité du Vin di Bordeaux

“Come in Francia, anche in Italia ci sono molte città di territori del vino che potrebbero candidarsi ad ospitare una “Cité”: penso a Firenze o Verona e, perché no, Conegliano”. Parola, a tu per tu con WineNews, di Florence Maffrand, partnership manager de La Cité du Vin di Bordeaux, a Conegliano “European Wine City 2016”, nei giorni scorsi, in occasione della Convention delle Città del Vino italiane, per raccontare l’esperienza francese dell’avveniristico Museo dedicato alla cultura enoica mondiale, già ribatezzato il “Louvre del Vino”. Una visita non casuale in Veneto, nel territorio delle bollicine italiane più conosciute al mondo - neo candidato a Patrimonio Unesco - visto che il Consorzio di Tutela del Vino Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg è l’unico partner italiano della Cité. “Il vino italiano è protagonista del percorso espositivo permanente de La Cité - ricorda Maffrand - che racconta ai visitatori la presenza del vino in tutti i Continenti, attraverso diversi filoni, da quello storico a quello culturale, citando esempi di 90 Paesi del mondo, molti dall’Italia, dagli antichi romani ad oggi, con i suoi paesaggi del vino come Conegliano Valdobbiadene o i diversi terroir con testimonianze dal Chianti Classico”. Ma per il futuro, “proseguirò nella mia missione di portare altre realtà italiane nella Cité. L’Italia è molto presente, ma la nostra volontà è quella di offrire ai visitatori un’esperienza ancora più completa, facendo loro assaggiare i vini delle diverse Regioni e coinvolgere i consorzi nella programmazione culturale degli eventi dedicati al vostro Paese. La maggior parte dei nostri partner sono enti che rappresentano l’intero settore vino del loro Paese a livello nazionale. Speriamo anche per l’Italia di trovare un partner che rappresenti tutto il vino italiano, o continueremo a procedere consorzio per consorzio, per coinvolgere tutte le Regioni”.

Sono proprio le partnership con i territori del vino di tutto il mondo, tra associazioni, consorzi, camere di commercio, ma anche brand internazionali e media - da Wine of South Africa a Wines of Chile, da Wines of Argentina alla Regione di Ningxia in Cina, da Canadian Vintners a Wines of Georgia e l’Unione vinicola del Libano, da Wines of Portugal al Deutsches Weininstitut, accanto al Bureau Interprofessionnel de Vins de Bourgogne e, ovviamente, al Conseil Interprofessionnel de Vins de Bordeaux - a conferire alla Cité di Bordeaux la sua dimensione internazionale e riconoscerle la mission di raccontare la ricchezza e la varietà viticola mondiale, grazie alla presenza in degustazione nel Museo dei loro vini come “ambasciatori” e la possibilità per i visitatori di immegersi nella loro storia e cultura. “È importante per la Fondation pour la culture et les civilisations du vin che gestisce La Cité, che è una fondazione privata di interesse generale, promuovere il patrimonio culturale universale del vino - spiega Maffrand - attraverso le oltre 40 Regioni vinicole mondiali presenti nella Cité”.

Cultura e formazione su cui punta la Cité sono fondamentali per formare i consumatori di domani, sottolinea la partnership manager, “da quando abbiamo aperto i battenti il 1 giugno 2016, abbiamo accolto 200.000 visitatori da 137 Paesi del mondo, facendo loro conoscere la portata culturale del vino, forse non così nota. La Cité propone più di un percorso di visita, ognuno legato ad un diverso aspetti, da quello geografico a quello storico, da quello culturale a quello biologico, tutti in uno stesso luogo. A seconda del proprio grado di conoscenza del vino, ogni visitatore può approfondire ciò che gli interessa”. E tra degustazioni, esposizioni, mostre, eventi e seminari, “mentre i visitatori francesi sono soprattutto incuriositi di conoscere i vini degli altri territori d’Europa e del mondo e dalla possibilità di poterli assaggiare, gli enoturisti stranieri sono interessati soprattutto ai vini di Bordeaux e dei territori vicini. Tutti sono accomunati dalla voglia di scoprire i vini che non conoscono e approfondire la conoscenza di quelli che invece già conoscono”.

La curiosità? A proposito degli enoturisti italiani, da un recente sondaggio WineNews, è emerso che 8 su 10 vorrebbero una “Cité du Vin” come a Bordeaux anche in Italia, indicando tra le possibili location proprio Toscana, Piemonte e Veneto.

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