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Sign of the times - Il dipartimento dell’ambiente, cibo e affari rurali del Regno Unito garantisce lo status di denominazione regionale alle bollicine britanniche del Sussex, regione che da sola dà vita a circa un quarto di tutti i vini di Sua Maestà

Il Regno Unito, Brexit o non Brexit, ha sete di bollicine, e questo è risaputo, non solo nelle regioni dello Champagne e del Prosecco: anche la produzione enoica britannica risente di questa predilezione per gli sparkling da parte dei sudditi di Sua Maestà, al punto che il 66% di tutto il vino prodotto nel Regno (3,8 milioni di litri nel 2015) appartiene a questa tipologia. E, in questa chiave, è decisamente degno di nota il fatto che il Sussex sia la prima regione spumantistica britannica a ricevere lo status di denominazione regionale protetta (Pdo) da parte del Department for Environment, Food and Rural Affairs del governo inglese, come riportato dal “Telegraph” (www.telegraph.co.uk).
Il riconoscimento - precedentemente riconosciuto solo a Camel Valley, nella regione della Cornovaglia - ha un valore, sia simbolico che pratico, davvero molto alto, perché non solo i produttori devono ora seguire degli standard produttivi e di qualità ben più stringenti, ma perché dal Sussex proviene quasi il 25% della produzione enoica britannica. Ed è proprio nel Sussex che, secondo i dati ufficiali, sono state chieste più autorizzazioni di creazione di vigneti, dalle appena 1.879 della scorsa decade alle 4.500 dello scorso anno: di conseguenza, la regione ha tutte le carte in regola per diventare un metro di paragone per l’intera produzione vitivinicola britannica, specialmente se si considera il fatto che dal punto di vista qualitativo le bollicine di Sua Maestà stanno ricevendo allori in gran quantità, sia nelle competizioni standard che nelle degustazioni alla cieca.

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