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Tanti auguri al Gruppo Meregalli, che oggi festeggia 160 anni di storia nel mondo dei wine & spirits con un volume: “Meregallicentosessanta.Punto”, dove sono Nicolò Incisa della Rocchetta, Barone de Rothschild, Annie Féolde e non solo a ripercorrerla

Italia
Gruppo Meregalli, storica azienda nata nel 1856, e divenuta in 160 anni di storia nel mondo, leader nella distribuzione wine e spirits

Tanti auguri al Gruppo Meregalli, storica azienda nata nel 1856, e divenuta in 160 anni di storia nel mondo, da Monza - sede storica degli uffici e del museo Vinarte che poggiano sulle vecchie fondamenta del Convento della famosa Monaca - leader nella distribuzione di wine & spirits in Italia. Più di un secolo e mezzo di attività, celebrata con un volume: “Meregallicentosessanta.Punto”, dove sono le persone che assieme a Meregalli hanno contribuito a scrivere la sua storia, a raccontarla. Il risultato, è una vera e propria storia del vino, delle sue epoche, dei suoi personaggi e dei suoi miti. Uno su tutti, il Sassicaia, del quale, a quasi 50 anni dalla
commercializzazione della prima annata, è il Marchese Nicolò Incisa della Rocchetta in persona a ripercorrerne la storia. Di generazione in generazione l’azienda Meregalli è cresciuta fino ad essere conosciuta un po’ ovunque, pur restando saldamente nelle mani della stessa famiglia che l’ha generata: “il primo documento ufficiale che testimonia la nostra attività nel mondo dell’enologia è del 1856”, con una rivendita e piccola distribuzione di vini locali a Villasanta, piccolo Comune alle porte di Monza, spiega Marcello Meregalli, oggi, insieme al padre Giuseppe, alla guida del Gruppo. “Ma non possiamo escludere che l’attività sia cominciata parecchi anni prima. Ciò che è certo, è che quella piccola, antica osteria si è trasformata in un impero”.

Anche due tra le figure più emblematiche di Bordeaux, Andrè Lurton e il Barone Eric Alain Robert David de Rothschild in “Meregallicentosessanta.Punto” raccontano l’incontro con la Meregalli, ma anche l’importanza del territorio, della storia, degli uomini e del loro savoir faire, tutti elementi fondamentali alla creazione e alla diffusione di un grande vino. Per Nino Franco il territorio è fondamentale insieme agli uomini e alle loro passioni, uomini che il Gruppo Meregalli già negli anni Ottanta aveva celebrato con uno dei primi cataloghi che oltre ai vini, raccontava anche le storie delle persone che c’erano dietro. Nel capitolo riservato agli amici e alle aziende storicamente distribuite, ci sono i contributi di Valentina Argiolas, Carlo Speri, il Conte Brandino Brandolini D’Adda che racconta la sua passione per la terra a Vistorta, Joe Bastianich e Jacopo Poli. Nella sezione riservata a luoghi e persone, si raccontano invece i clienti storici da Nord a Sud del Belpaese, dall’Enoteca Cotti di Milano ad Achilli al Parlamento di Roma, dall’Antica Bottega del Vino di Verona a chef stellati come Chicco Cerea e Annie Féolde.
Dai ricordi alla storia del Gruppo, il primo ad imprimere un nuovo impulso fu Giuseppe, figlio di Giovanni. Nel 1887 trasformò l’attività in fiaschetteria e diede avvio alla vendita all’ingrosso, mestiere ben diverso dall’idea che abbiamo oggi. Era un’altra epoca, c’era solo vino sfuso che proveniva in gran parte dalle zone limitrofe, in particolare dall’Oltrepò Pavese, e veniva imbottigliato nelle damigiane e nei fiaschi. “Una volta diventati anche grossisti, mio bisnonno Giuseppe scelse di avvicinare gli affari di famiglia a Monza e questo fu un passo determinante per il destino della nostra impresa” prosegue Marcello Meregalli. Ma è grazie a Isidoro, figlio di Giovanni, che l’azienda crebbe e compì il salto di qualità a cui era destinata nel 1932. “In quell’anno mio nonno Isidoro raccolse il testimone da Giuseppe e operò una seconda importante svolta introducendo i primi vini di qualità e i primi liquori”. Una grande intuizione e un gesto di coraggio, in un Paese ancora povero, prevalentemente agricolo, in cui erano davvero pochi quelli che intravedevano un mercato per i vini di qualità. L’aristocrazia enologica all’epoca era prerogativa dei francesi i cui prodotti erano universalmente considerati di qualità superiore. La media dei vini fatti da noi, invece, aveva un’immagine popolare: grandi quantità, prezzo basso. Tuttavia Isidoro andò alla ricerca delle etichette regionali più pregiate e delle grandi marche di liquori stranieri anticipando di qualche decennio i gusti e le tendenze.
Gli anni Settanta e Ottanta segnarono una sorta di spartiacque fra il prima e il dopo, il listino Meregalli cresceva sempre di più. Da un lato i vini in tutte le sue tipologie e provenienze, dall’altro l’aristocrazia dei vini liquorosi e dei distillati di tutto il globo: dalle grappe ai cognac e armagnac, ai
calvados, ai porto e sherry, alla vodka, mezcal e gin fino ai rum. Tra le mura dell’ex convento monzese ora si avventuravano nomi noti dello spettacolo e della politica italiana, tutti quanti a caccia di vini e bottiglie preziose. Alla fine degli anni Novanta, a Giuseppe si è affiancato il figlio Marcello, e anche con lui il Gruppo Meregalli ha continuato a selezionare soltanto prodotti di assoluto prestigio. Nel 1999 viene inaugurata la nuova sede di Lissone, con un deposito più ampio, moderno e funzionale e una cantina termo controllata che consente di stoccare i più grandi vini del mondo. A Biassono, invece, si trova la Vinoèarte, società interamente dedicata agli spirits, con oltre 400 prodotti. Il resto è storia recente, e nei workbook si contano più di 1.000 specialità in esclusiva dal mondo vino e spirits.

“Meregallicentosessanta.Punto” - 160 copie a tiratura limitata - è parte di un vero e proprio quadro creato dall’artista pop Filippo Bragatt, nato a Milano, ma emiliano d’adozione: un’immagine unica (un leone) composta da 160 pezzi che sono le copertine del libro, dipinte con smalto e vino.


Info:
www.meregalli.it

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