In tempi di informazione e trasparenza su tutto ciò che si mangia e si beve, ora anche il settore delle bevande alcoliche, vino incluso, dovrà compiere un passo in avanti ulteriore: i produttori hanno tempo un anno per trovare un accordo su un’etichetta per fornire ai consumatori informazioni circa gli ingredienti e il loro valore nutrizionale. Lo rende noto la Commissione europea, presentando il rapporto sull’etichettatura obbligatoria per le bevande alcoliche. Saranno esentate quelle con contenuto alcolico inferiore all’1,2% per volume. Una linea apparentemente morbida, quella scelta dalla Commissione, che fissa l’obiettivo, ma delega ai player del settore di scegliere come raggiungerlo. In ogni caso, se la Commissione riterrà la proposta di autoregolamentazione dei produttori inadeguata, lancerà una valutazione di impatto che porterà comunque ad una regolamentazione.
“L’industria del vino accoglie con favore la pubblicazione del report, che in qualche modo riconosce la specificità del vino, e bene anche la proposta di trovare una autoregolamentazione entro un anno in materia, che apre le porte alla preparazione di una soluzione che potrà tenere conto della natura particolare del vino ma anche delle aspettativa dei consumatori in tema di informazione”, ha commentato Jean-Marie Barillère, presidente Ceev - Comité Européen des Entreprises Vins, che rappresenta in Europa oltre 7.000 aziende da 23 associazioni nazionali, ed oltre il 90% delle esportazioni di vino made in Ue (http://ceev.eu).
“Il vino - ricorda il Ceev - è uno dei prodotti alimentare più regolati, con un corpus di regole europee che copre tutte le definizioni, le pratiche enologiche, i metodi di produzione, le regole di etichettatura e packaging. E questo stringente sistema di regole e controlli, che ha portato il settore ad una qualità elevatissima della produzione e ad una grande tutela dei consumatori contro le frodi, permette anche un buon fiunzionamento sul mercato europeo”.
“Ma a causa della sua natura, il vino cambia di anno in anno, e anche durante il suo processo di maturazione ed evoluzione. Contrariamente ad altri prodotti industriali, non c’è una ricetta prestabilità”, ha ricordato il presidente del Ceev.
“Queste specificità legislative e tecniche rendono necessario lo sviluppo di una soluzione ad hoc per il settore del vino. Ora la sfida è per noi, e la affronteremo con responsabilità. Ci siamo impegnati a dare informazioni personalizzate e significative per i consumatori di vino, ed ora noi esploreremo tutti gli aspetti più innovati in materia di informazioni alimentari per proporre il modo migliore e più adattato per fornire le informazioni richieste ai consumatori di vino”, ha detto Ignacio Sánchez Recarte, Segretario Generale Ceev, che ha aggiunto: “il modo di fornire queste informazione dovrà essere adatto alle caratteristiche del settore del vino, che è composto in larga parte da piccole e medie imprese, e dovrà tenere conto dei nuovi strumenti e canali di comunicazione. Un buon esempio è quanto già facciamo attraverso il programma ed il sito www.wineinmoderation.eu”.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024