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Bordeaux cerca il rilancio, e guarda al 2025 per riconquistare la leadership sui mercati: al centro del piano del Civb, all’insegna dell’unità della filiera, l’analisi del brand, il rapporto tra prodotto e mercato e la creazione di valore aggiunto

Italia
Bordeaux vuole riconquistare la leadership sui mercati e lancia un piano strategico con tante misure verso il 2025

Bordeaux cerca il rilancio, e guarda al 2025 per riconquistare il posto che le spetta: il Civb - Consiglio Interprofessionale del Vino di Bordeaux ha le idee chiare ed un piano strategico, ribattezzato “Bordeaux, ambizioni 2025”, per far tornare la denominazione bordolese ai vertici del mercato enoico mondiale. “Bordeaux continua a soffrire, sia sul mercato francese che su quelli europei - ha spiegato dall’ultima Assemblea Generale del Civb il presidente Allan Sichel - ed anche se la situazione, nel complesso, è in miglioramento, rimangono delle sfide significative da affrontare: la più importante è quella di restituire ai vini di Bordeaux, con un piano ambizioso, il posto che compete loro”. Seguendo, in prospettiva 2025, il percorso tracciato già nel lontano 2010, quando i vigneron di Bordeaux si dotarono di un piano di rilancio strategico incardinato su quattro tematiche: competitività, marchio, dinamiche commerciali e gestione della filiera. Delle 30 misure previste da quel piano, 15 sono state attuate, 13 sono state messe in campo solo parzialmente, e 2 non hanno mai visto la luce (www.bordeaux.com).
Questa volta, il piano strategico, nato dalla collaborazione con la società di consulenza Kea, ha come obiettivo primario quello di riconquistare le quote di mercato perse negli ultimi anni: un’ambizione che si può raggiungere, secondo Arnaud Gangloff, presidente di Kea, solo a patto di unire tutti gli attori della filiera. Per fare ciò, un’organizzazione a cerchi concentrici dovrebbe mobilitare l’intero Civb: un primo cerchio riunirà un nucleo di una dozzina di persone, un secondo sarà costituito da 50-80 rappresentanti, ed il terzo dal resto dei membri dell’associazione che riunisce la filiera vitivinicola di Bordeaux. Tre le condizioni da rispettare, ancora nelle parole del presidente Kea: “una dinamica collettiva, una visione ispirata ed un dialogo strategico”.Né più, né meno, con l’ossatura definitiva del piano strategico che verrà presentata entro la fine dell’anno: al centro ci sarà una profonda analisi del marchio Bordeaux, con i suoi punti di forza e di debolezza, il rapporto tra prodotto e mercato, le attività immateriali, il feedback sul piano precedente, la creazione di valore aggiunto. Di certo, si tratta di misure da affrontare con una certa urgenza, perché, come ricorda il portale francese “Vitisphere” (www.vitisphere.com), nel 2016 le vendite di vini di Bordeaux, nel complesso, sono scese a quota 4,73 milioni di ettolitri, in calo, anche in valore, del 3% sul 2015. Nella sola Francia il calo dei volumi è stato del 3%, ed a pagarlo è stata principalmente la God, mentre in valore la perdita è stata limitata ad un -1%.

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