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Gelate tardive nei vigneti d’Italia: Fivi chiede la conta dei danni. A più di due settimane dall’accaduto ancora nessuna stima ufficiale. I Vignaioli Indipendenti le chiedono agli enti preposti. Les Crêtes (Valle d’Aosta): “qui danni al 40% dei vigneti”

Non solo la Francia, ma, purtroppo, anche l’Italia enoica ha dovuto fare i conti con le gelate tardive dello scorso fine aprile. Danni e preoccupazione per il futuro dei raccolti sono ingenti. Le gelate tardive infatti hanno avuto “gioco facile” sulle viti, in avanzato stato vegetativo. Le cronache locali parlano di danni davvero importanti soprattutto nei fondovalle e nelle pianure, ma anche nei livelli più bassi delle colline, dal Monferrato all’Oltrepò Pavese, dalla Franciacorta al Lugana, ed ancora in Toscana, Umbria, Emilia Romagna, dove ad essere colpite, ovviamente, sono state soprattutto le varietà più precoci. Un bilancio negativo che, a WineNews, già era stato messo in evidenza da Leonardo Valenti, docente di viticoltura all’Università di Milano e alla guida dello Studio Agronomico Sata (https://goo.gl/kOqwSq).
Ed ecco adesso la Fivi che, giustamente, chiede la conta dei danni delle gelate tardive che hanno colpito a macchia di leopardo i vigneti di quasi tutta Italia. Ad oggi infatti non si ha ancora una percezione precisa della percentuale dei vigneti colpiti dal gelo che metterà a rischio l’annata 2017 in molti territori vinicoli del Belpaese.
“Ci aspettiamo che gli organi preposti facciano i controlli sul territorio per ricalibrare le effettive produzioni per un’annata che si presenta davvero difficile - dichiara la Presidente Fivi Matilde Poggi - anche se la vera conta dei danni sarà possibile solo a luglio, prima della vendemmia. Noi abbiamo molte testimonianze di nostri associati, ma non abbiamo ancora visto comunicazioni ufficiali sul fenomeno”.

Salvo qualche esempio, come il Consorzio Franciacorta, o le stime delle associazioni di categoria, (o le notizie diffuse da singole aziende, come fatto oggi a WineNews dalla realtà di riferimento della Valle d’Aosta, Les Crêtes di Costantino Charrère, che parla di vigneti danneggiati al 5-10% nella bassa valle fino ad arrivare ad un preoccupante 80% in alta valle, con una media del 40% ed una stima di 600 quintali di uva in meno, per una produzione che si aggira intorno alle 60.000 bottiglie, ndr), non ci sono infatti notizie ufficiali in merito e la stima dei danni pare ad oggi possibile solo attraverso le tante discussioni che si rincorrono sui social.
Molti sono stati i Vignaioli Indipendenti colpiti dalle gelate, ricorda la Fivi, che rischiano di mettere in seria difficoltà le aziende artigiane che vivono del prorpio lavoro e delle proprie uve. “Un fenomeno di cui non si ha ricordo a memoria d’uomo, almeno in queste proporzioni. Un nuovo segnale preoccupante che il clima sta cambiando e che le aziende agricole si devono preparare ad affrontare nuove sfide. Ora si tratta di vedere come proseguirà la stagione, ma i Vignaioli sono già al lavoro in vigneto per cercare di mettere in condizioni le piante di riprendersi dai danni e di stimolarle a sviluppare nuove gemme”.
Insomma, la speranza è che, come spesso è successo nella storia, la vite sia ancora una volta capace di stupire con recuperi prodigiosi, ma in alcune situazioni i danni sono davvero importanti. In alcune zone la situazione è davvero complicata e le amministrazioni e i Consorzi, stanno già valutando la possibilità di chiedere lo stato di calamità.

Focus - Che cosa è la Federazione Italiana dei Vignaioli Indipendenti
La Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (Fivi) è un’associazione nata nel 2008 con lo scopo di rappresentare la figura del viticoltore di fronte alle istituzioni, promuovendo la qualità e autenticità dei vini italiani. Per statuto, possono aderire alla Fivi solo i produttori che soddisfano alcuni precisi criteri: “Il Vignaiolo Fivi coltiva le sue vigne, imbottiglia il proprio vino, curando personalmente il proprio prodotto. Vende tutto o parte del suo raccolto in bottiglia, sotto la sua responsabilità, con il suo nome e la sua etichetta”. Attualmente sono poco più di 1.100 i produttori associati, da tutte le regioni italiane, per un totale di circa 11.000 ettari di vigneto, per una media di circa 10 ettari vitati per azienda agricola. Quasi 80 sono i milioni di bottiglie commercializzate e il fatturato totale si avvicina a 0,7 miliardi di euro, per un valore in termini di export di 280 milioni di euro. Gli 11.000 ettari di vigneto sono condotti per il 51% in regime biologico/biodinamico, per il 10% secondo i principi della lotta integrata e per il 39% secondo la viticoltura convenzionale.

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