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Avvicendamento al vertice con Romano Dogliotti (La Caudrina), riduzione dei consiglieri (ma con più rappresentatività per tutti) e, in prospettiva, un comitato di governance sulla scia del Comité Champagne: ecco gli atout del nuovo CdA dell’Asti Docg

Un nuovo presidente (Romano Dogliotti, classe 1947, nome conosciuto del mondo dell’Asti e del Moscato d’Asti e patron dell’azienda di famiglia, La Caudrina) e un consiglio di amministrazione che scende da 27 a 19 membri, massimizzandone l’efficienza senza togliere rappresentatività ad alcuno dei mondi che compongono la filiera produttiva. E, in un futuro non lontano, l’istituzione di un comitato di presidenza paritetico, sull’esempio di quello francese del Comité Interprofessionel du Vin Champagne, per una governance completamente nuova. Sono questi i punti salienti del rinnovo ai vertici del Consorzio Asti Docg, come raccontato a WineNews dal suo dg Giorgio Bosticco.

“Pur non essendo riportato nello statuto consortile né in altre delibere, da quarant’anni vige la regola non scritta dell’alternanza tra presidente di parte industriale e di parte agricola, e anche quest’anno questa volontà di espressione di tutta la filiera è stata rispettata e pur avendo maggiori numeri ha accettato l’indicazione del candidato di parte agricola, Romano Dogliotti, che è stato eletto per acclamazione di tutti. E’ un forte segnale di rinnovamento - ha puntualizzato Bosticco - con lo spirito e la volontà di addivenire a delle proficue, concrete e reali iniziative di collaborazione tra le due realtà”. Inoltre, “è stata espressa la volontà, in futuro, di apportare una modifica statuaria che preveda una nuova governance del Consorzio, sullo stile, per certi aspetti, di quello francese del Comité Interprofessionel du Vin Champagne, e cioè avere una maggiore possibilità di confronto e di discussione all’interno di un comitato di presidenza paritetico. Questa è l’idea che sta emergendo”, ha concluso Bosticco. Un rinnovo senz’altro non privo di volontà innovatrice, che arriva in un momento di svolta per la denominazione piemontese: un periodo della sua storia nel quale, dopo più di una difficoltà, una delle più note denominazioni spumantistiche del Belpaese sta cercando un cambio di passo, che certamente ruoterà sull’introduzione, ormai alle porte, dell’Asti Secco sui mercati internazionali, oltre che su quello domestico.

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