Bisognerà aspettare la fine del mese per vedere i primi grappoli nelle cantine del Chianti, la più grande denominazione d’Italia, ma le aspettative sono alte, come raccontano le previsioni del Consorzio Vino Chianti: produzione a 800.000 ettolitri, una quantità leggermente inferiore alla media della produzione (830-850.000 ettolitri): un ritorno alla normalità dopo la forte diminuzione della raccolta 2017, al 40% in meno sulle annate “ordinarie” a causa di siccità, gelate primaverili e danni arrecati dagli ungulati. Ottima, dopo l’alternanza di caldo e piogge delle ultime settimane, anche la qualità delle uve, al netto di qualche problema legato alla “peronospora (una malattia della vite causata da un fungo che viene a causa di abbondanti piogge) che ha colpito le viti nel mese di maggio, seccando il piccolo grappolo appena nato, che si è diffusa a macchia di leopardo, ma senz’altro ci aspettiamo una ottima produzione in termini qualitativi grazie anche alle ultime piogge che hanno permesso alle viti di allentare la morsa del caldo”, spiega il presidente del Consorzio Vino Chianti Giovanni Busi.
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