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LA RIFLESSIONE

“Bisogna staccare l’immagine del vino da quella dell’alcol, e non solo”: il futuro per Angelo Gaja

Parla uno dei produttori italiani di maggior successo. Tante i passi avanti da fare per il settore tra burocrazia, ricerca, clima e lotta ai falsi
alcol, ANGELO GAJA, VINITALY, VINO ITALIANO, Italia
Angelo Gaja, at VinoVip

“Il vino non deve fare la guerra alle altre bevande alcoliche, ma deve staccare la propria immagine da quel mondo, sono 20 anni che lo dico, perché messaggi come quello di Lancet, secondo cui l’alcol fa male sempre, a qualsiasi livello, in qualunque quantità lasciano tracce nella gente, nei Millennials, e non dobbiamo sottovalutarli. Dobbiamo dire che il vino è un’altra cosa, è un’altra storia, è un’altra cultura”. Così parlo Angelo Gaja, uno dei produttori italiani di maggior successo, giramondo e attento osservatore delle dinamiche del mercato enoico globale, nella presentazione delle attività internazionali di Vinitaly, oggi a Milano. Un Gaja che ha fatto una sintesi estrema delle preoccupazioni che aleggiano su un settore, quello del vino italiano, florido ed in salute, ma che deve pensare al futuro.
“Altro aspetto su cui si deve agire con rapidità: il Testo Unico del vino è fermo, mancano i decreti importanti, quelli che dovevano snellire la burocrazia, che non vanno avanti. Le associazioni di categoria devono darsi da fare, e rapidamente”.
Ancora, il grande tema del cambiamento climatico.
“Abbiamo subito una brutta sconfitta, quando Bruxelles nei mesi scorsi ha stabilito che mutagenesi e transgenesi sono sullo stesso piano, e quindi tutto il progetto che si pensava di portare avanti per individuare nuove varietà resistenti proprio attraverso la transgenesi si è arenato. Ma la ricerca è fondamentale, come l’individuazione di varietà in grado di superare meglio le malattie, per esempio”.
Altro nemico eterno del vino italiano, e non solo, è l’Italian Sounding prodotto all’estero: “le stime sono di 65 miliardi di euro all’anno al vero made in Italy, ma credo che ancora non ci rendiamo conto di quanti prodotti falsi o non in regola che vanno sui mercati sono prodotti in Italia, è un fenomeno che sta crescendo, e manca un monitoraggio, serve un sistema più ampio di collaborazione sui mercati esteri, perché questo può diventare un rischio gravissimo”.
Infine, un ultimo monito: “attenzione al turismo, ci sono dei luoghi sacri del vino, dove arrivano delle masse folle di gente, e si rischia di perderne l’identità”.

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