Nell’immaginario collettivo, il fast food è una “pratica gastronomica” culturalmente proveniente dagli Stati Uniti, patria dei big del settore, da Mc Donalds’ a Burger King, tanto per citare i più celebri. Ma al Nuovo Mondo andrà tolto questo fiore all’occhiello culinario, perché a Pompei, nel sito archeologico degli scavi Regio V, sono state trovate le testimonianze che confermano l’esistenza già nell’antica Roma dei cosiddetti “thermopolium”, una sorta di fast food che preparavano cibi da asporto o da consumare velocemente in loco. Sono stati quindi i romani, ben prima degli statunitensi, i primi a scoprire i vantaggi di un buon pasto caldo da poter consumare velocemente o “take away”. Ed a Pompei c’erano i migliori locali di questo genere: uno dei thermopolium più famosi dell’antichità è senza dubbio quello di Lucius Vetutius Placidus, la cui fama deriva dal fatto che è uno dei meglio conservati fra i più di 200 thermopolia pompeiani, essendo situato in via dell’Abbondanza, con il suo bancone riccamente decorato con marmi colorati e le sue pareti affrescate sono ancora oggi una delle particolarità più affascinanti dell’antica città romana. All’interno dei sei doli incassati che un tempo ospitavano cibi e vettovaglie gli archeologi hanno anche rinvenuto più di mille monete, oggi conservate nella sezione numismatica nel Museo Archeologico di Napoli.
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