Il richiamo al territorio e all’italianità esercita una significativa attrattività nella scelta dei prodotti alimentari da acquistare. Oltre al made in Italy, che è il non plus ultra da mettere nel carrello, Dop e Igp rappresentano un attributo indispensabile per quasi un terzo degli italiani. Ma il food & beverage italiano piace anche all’estero, tanto che quasi 4 consumatori su 10 di Cina, Emirati Arabi e Regno Unito ritengono che sia l’elemento più rappresentativo del nostro Paese, prima ancora di moda, auto e arredamento. A rivelare l’identikit del consumatore è la ricerca di Nomisma presentata oggi a Sol & Agrifood, il Salone Internazionale dell’Agroalimentare di Qualità di scena in contemporanea con Vinitaly.
Secondo le ultime indagini multi-country di Nomisma, sia negli Emirati Arabi, che in Regno Unito ma anche in Cina, circa 4 consumatori su 10 affermano che il nostro cibo e il nostro vino siano in assoluto i prodotti più rappresentativi del made in Italy, prima ancora di moda, auto e arredamento. All’estero, il food&beverage italiano richiama innanzitutto il concetto di “qualità” per circa un quarto dei consumatori stranieri, che, pensando al nostro cibo evocano anche immagini come “tradizione/cultura”, “salute” e “stile”. I prodotti della nostra cultura gastronomica che più attraggono i consumatori stranieri sono pasta e olio extravergine di oliva, ovviamente dopo la pizza: non plus ultra del made in Italy per diffusione e notorietà.
Tornando alle abitudini di consumi indagate dalla ricerca, oltre 9 italiani su 10 consumano olio di oliva in Italia, 2 su 3 lo acquistano più volte al mese, selezionandolo principalmente in base all’origine ancor prima del brand e del prezzo. L’analisi del profilo di chi acquista olio di qualità (Dop-Igp) restituisce l’identikit di un uomo, over 45 anni, con posizione lavorativa stabile ed economicamente sicura, laureato o con un altro titolo di studio elevato. L’attenzione al marchio Dop-Igp è più forte tra i “salutisti” e chi ha figli piccoli in casa.
Per Nomisma, due italiani su dieci comprano alimenti Dop-Igp abitualmente. Questa propensione all’acquisto e la sensibilità nei confronti di questi marchi sono maggiori nelle grandi città e in generale nel centro Italia. Alcune tipologie familiari, inoltre, risultano più attente alla qualità dei prodotti alimentari: si tratta di nuclei con figli conviventi in cui il responsabile degli acquisti è donna, over 45 anni e con titolo di studio elevato.
La ricerca ha preso in considerazione anche il consumatore di birra, differenziato tra chi beve birra e chi preferisce la birra artigianale: la prima è la preferita da Generation X e Baby Boomers (rispettivamente 39-54 e 55-73 anni), mentre la seconda attira maggiormente i Millennial più eruditi delle grandi città.
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