Veronafiere e Vinitaly mettono radici in Cina, per aiutare il vino italiano a colmare il gap enorme che lo separa dei principali competitor, in un’area, quella asiatica, che già oggi vale 6,4 miliardi di euro di importazioni enoiche, di cui la metà dalla sola Francia. Nasce con questo preciso obiettivo “Wine to Asia”: non solo una nuova fiera annuale organizzata direttamente da Veronafiere (la prima edizione a giugno 2020), ma una nuova società ad Hong Kong, per presidiare il mercato. Società che vedrà Veronafiere socia di maggioranza, al 51%, con un importante partner straniero, “Pacco Cultural Communication”, società fondata da Alan Hung e tra le più importanti nella realizzazione di eventi e di fornitura di servizi digitali avanzati dedicati al mondo del vino della Cina.
Un progetto che, come annunciato oggi a Vinitaly, partirà da Shenzhen, una delle città più dinamiche della Cina, che conta 12 milioni di abitanti al suo interno, 20 considerando le province, 100 con la grande area circostante, Guangdong-Hong Kong-Macao Greater Bay Area”.
“Si tratta di una iniziativa che sarà fondamentale per il vino italiano - ha detto Michele Geraci, economista e sottosegretario allo Sviluppo economico nel Governo Conte - in quella Cina che presto supererà gli Usa, diventando la prima economia del mondo. L’Asia importa vino per quanto l’Italia ne esporta nel mondo (6,2 miliardi di euro), ma il Belpaese è indietro. E questa iniziativa è un punto di svolta, che a noi piace, e che mira a colmare il gap. Non è solo una nuova fiera: Shenzen 40 anni fa non esisteva, è una città giovane, con il maggior tasso di crescita della Cina, c’è un’età media intorno ai 35 anni, è tecnologicamente avanzata, è la sede di importanti società tecnologiche, come Huawei, è un po’ la Boston della Cina. Il Governo è vicino a questa impresa, e con “La Via della Seta” che abbiamo messo in piedi con il Governo Cinese, si è già creato un “ranking” più positivo per l’Italia, è il momento più importante delle relazioni commerciali tra Italia e Cina, è il momento in cui c’è più ricettività sull’Italia, e anche per questo so che questa nuova impresa sarà un successo”.
Ennesimo tassello di una strategia di espansione all’estero di Veronafiere, sui cui, ha detto il Presidente Maurizio Danese, “abbiamo investito tante risorse del nostro piano industriale. La costruzione di una nuova società con Alan Hung, con cui collaboriamo dal 2014, è un grande segnale, e avremo anche il supporto di Sace e Simest, vuol dire che è il “Sistema Italia” che si muove per aggredire un mercato importante”.
“È una novità molto importante - ha aggiunto Alan Hung, alla guida di Pacco Cultural Communication - noi serviamo già tanti produttori ed importatori in Cina, collaboriamo con i road Show di Vinitaly da anni, e siamo felici di iniziare un nuovo percorso sul mercato che ha la maggiore potenzialità di crescita del mondo”.
È un investimento “non solo sulla Cina, ma sull’Asia, dove l’Italia vale solo il 6,5% del mercato, dietro a Francia (52%), Australia (16%) e Cile (9%), ed è una quota non adeguata all’importanza del nostro Paese”, ha aggiunto il dg Veronafiere Giovanni Mantovani. “Forti del know how e della nostra esperienza con Vinitaly, che ci pongono nella leadership mondiale degli eventi dedicati al vino, abbiamo lanciato questo progetto internazionale. E dopo la creazione di Wine South America in Brasile, nel 2018, ecco che nel 2020 arriva “Wine to Cina”, e nel 2022 arriverà una nuova struttura di promozione di nostra proprietà, in maggioranza, nel Nord America. In Cina siamo già attivi da anni, curiamo il “fuori salone” di Chengdu, che ci ha visto portare oltre 150 cantine nell’ultima edizione, abbiamo la nostra Academy, e il road show che ha toccato, nello scorso anno, città come Wuhan, Changsha e la stessa Schenzhen. Pacco Cultural Communication (che avrebbe dovuto chiamarsi “Bacco”, ma si chiama Pacco per un errore di registrazione della società in Cina, ha raccontato come aneddoto Mantovani) è protagonista sulla scena cinese nell’organizzazione di eventi, ha una piattaforma e-commerce, ed ha anche una perfetta conoscenza del mercato del vino in Cina, con un database proprietario unico sui vini in Cina tra i più importante. Il nostro vuole diventare da subito un grande evento del vino per il mercato asiatico. Debutteremo a giugno, sarà annuale e B2b, ed inizieremo con 400 espositori. Ovviamente il nostro focus è il vino italiano, ma sarà aperto ai produttori del mondo”. Con Veronafiere che inizia così la sua conquista dell’Asia.
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