Il vino come percorso culturale per ripartire, magari dopo la terapia per una malattia, il vino come prodotto solidale, per sostenere chi, da oltre 150 anni, cura i bambini di tutta Italia e del mondo. Tutto questo è il progetto “Vita”, vino che debutta in 6.000 bottiglie, a sostegno dell’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù di Roma, dove troverà spazio un’enoteca dedicata, e che è già stato teatro di un Corso dedicato per sommelier firmato dalla Fondazione Italiana Sommelier (Fis), dedicato a ragazzi che al Bambin Gesù si sono curati, e a chi li ha accompagnati, “diplomati” oggi, nella Giornata della Cultura del Vino, con la partecipazione del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
Un vino, “Vita”, che nasce dall’abbraccio enoico dei vini di tre cantine, la Famiglia Cotarella, la cantina del Chianti Classico Vallepicciola e la cooperativa pugliese Due Palme, con la regia enologica di Riccardo Cotarella: “è un vino che vogliamo fare ogni anno, coinvolgendo i produttori. Perchè da queste ed altre esperienze che ho avuto l’onore di seguire, da San Patrignano alla Cantina Cremisan, tra Israele e Palestina, dove popoli e culture diverse collaborano in pace, dico che aiutare chi è meno fortunato è una fortuna ed un privilegio”.
Vino è che la realizzazione “plastica” di un progetto più ampio dedicato al Bambin Gesù, dove troverà spazio una vera e propria enoteca, come ha raccontato la presidente della Fondazione Bambin Gesù, Mariella Enoc: “il nostro è un Ospedale che accoglie questi bambini, che sono come viti un po’ abbandonate e malandate, che vogliamo riportare a nuova vita. È il senso di questo ospedale, e della ricerca che facciamo, per dare nuova prospettiva a questi bambini. Partendo dall’Italia, e andando in tutto il mondo, anche per i bambini che non hanno questa opportunità. Ed il vino è un grande strumento, anche per educare i giovani: non si beve, ma si assaggia, si degusta. E attraverso il vino si insegna il bello. L’enoteca del Bambino Gesu sarà un grande esempio dell’apprezzare le cose belle che ha l’Italia, e raccontarle nel mondo”.
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