“Nel nostro Paese il tema della dotazione delle infrastrutture è cruciale per lo sviluppo e questo non si limita a quelle fisiche, ma anche alle infrastrutture sociali e tecnologiche, dunque servizi per quelle aree interne in cui l’agricoltura è protagonista e svolge un ruolo insostituibile nella manutenzione del territorio e come presidio costante contro il dissesto idrogeologico. È, dunque, essenziale il miglioramento delle condizioni di vita nelle aree rurali per agevolare l’insediamento dell’impresa agricola e arginare il fenomeno dello spopolamento”. Così il presidente di Cia - Agricoltori Italiani, Dino Scanavino, intervenendo al tavolo di confronto con le parti sociali al Ministero dell’Interno al Viminale, e riprendendo i punti cardine del progetto per il rilancio delle filiere e delle aree interne - “Il Paese che Vogliamo” - che verrà promosso da Cia nei prossimi mesi in varie regioni italiane.
“L’agricoltura moderna chiede di non disperdere risorse in meccanismi e strumenti dispendiosi. In tale ambito, riguardo alla gestione della rete idrica, il sistema delle bonifiche, va governato all’interno di un progetto più ampio del Governo centrale o delle amministrazioni regionali. Così come il sistema allevatoriale, che va profondamente ridisegnato per contribuire a dare competitività alla zootecnia italiana e rispondere alle mutate esigenze delle imprese. È, inoltre, indispensabile allargare le relazioni di sistema nelle filiere agroalimentari per dare origine a vere e proprie “reti d’impresa territoriali. Occorre, dunque, superare - conclude il suo intervento Scanavino - strumenti vetusti e rendite di posizione e aprire un dialogo costante nei territori rurali, cercando soluzioni il più possibile condivise perché i problemi da affrontare sono diventati sempre più complessi”.
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