121 miliardi di euro di merci false, tanto si stima sia il valore della contraffazione agroalimentare europea ogni anno: solo in Italia, dall’inizio del 2019 la merce sequestrata raggiunge un valore di 34 milioni di euro. Questi, i preoccupanti dati del rapporto frodi alimentari 2019 di FareAmbiente, l’associazione ambientalista che nei giorni scorsi ha riunito, alla Camera dei Deputati, i rappresentanti delle Istituzioni, dei Nas, della Guardia di Finanza e membri dell’Ispettorato Qualità Repressione Frodi. Dal quale è emerso che tutta la situazione di illegalità è fortemente peggiorata con l’avanzata delle fake news: con l’avvento del web 2.0 e della facile accessibilità nel mondo dell’informazione non professionale, le notizie distorsive o false sono diventate una vera piaga, tanto che oggi si può parlare di mercato nero dell’informazione.
Parlando di numeri reali, per l’Ispettorato qualità repressione frodi, i controlli antifrode nel 2019 sono stati già 54.098, e ben 17.600 le tonnellate di merce sequestrata per un valore totale di oltre 34 milioni di euro. Nella black list dei prodotti più soggetti a illeciti sono stati inseriti il vino, con una crescita del 75%, la carne, che registra un +101%, le conserve, con +78% e lo zucchero. Nel corso delle operazioni di controllo, sono stati sequestrati prodotti agroalimentari per oltre 17,6 milioni di chili, per un valore di oltre 21,8 milioni di euro, a cui vanno ad aggiungersi oltre 12,2 milioni di euro di beni mobili e immobili. 561, è invece il numero degli interventi fuori dei confini nazionali e sul web a tutela del made in Italy agroalimentare.
Allineati sono i numeri dei Nas , che hanno effettuato 51.194 interventi a livello nazionale, dai quali sono emerse 13.555 situazioni non regolamentari, pari al 26% degli obiettivi oggetto di accertamento che hanno portato all’arresto di 80 persone. Per quanto riguarda la filiera alimentare, i Nas hanno compiuto 31.479 interventi che hanno rilevato 10.672 irregolarità e portato all’arresto di 13 persone.
Un dato molto interessante è quello relativo alle regioni maggiormente “fraud food”, che fanno emergere una sostanziale distanza tra i dati del 2018 e il 2019: se nel 2018 la regione più illegale per l’agropirateria è stata l’Emilia Romagna (Zootecnia, Conserviero), nel 2019 il triste primato è stato attribuito all’Umbria (Cerealicolo, Oleario). Per Frodi Ue ed illeciti erogazioni 2019 la Sicilia è la regione con più illeciti (oltre 3 milioni), nel 2018 invece è stata la Calabria (con più di un milione). Il prodotto più sequestrato, in quanto risultato non conforme alle normative, è risultato essere il mosto, per 700.000 litri.
Ma se il mondo dell’illegalità sta “al passo”, e cambia e modifica sempre gli ambiti in cui opera, di pari passo si delinea il profilo di un consumatore sempre più attento e consapevole: come primo approccio, circa l’80% legge l’etichetta sia per controllare la scadenza, sia per individuarne la provenienza. Purtroppo si evidenzia come la fiducia nei controlli non sia ottima: per il 58% degli intervistati la filiera dei controlli non solo è distorta, ma è a volte anche non in regola. Molti dei consumatori sono convinti che quello che si fa, e soprattutto le pene sono troppo blande (32%), il 69% del campione ritiene necessario conoscere il nome delle aziende che delinquono.
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