Non si attenua la tensione tra Usa ed Unione Europea sulla questione dazi, ed il G7 ospitato dalla Francia, a Biarritz, che chiude i battenti oggi, non è che l’ennesima occasione per rimarcare la distanza che separa i due protagonisti economici del mondo occidentale. Nel vertice a due del primo giorno, tra il padrone di case, il Presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron, e l’ospite più atteso, il Presidente Usa Donald Trump, non è mancata l’occasione per riaprire una ferita mai rimarginata: a Washington non va giù la “Digital Tax”, la tassa sulle multinazionali del web, quasi tutte americane, da Google ad Amazon, da Facebook ad Apple, e come contraltare è pronta ad accelerare sui dazi ai vini francesi. Sul piatto, un giro d’affari da 1,6 miliardi di euro di export, per 12 milioni di bottiglie spedite dalla Francia agli Usa ogni anno. Di nuovo, c’è da registrare la netta presa di posizione del presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk: “l’Europa è solidale con la Francia. Proteggerò il vino francese con sincera determinazione, se gli Stati Uniti imporranno delle tasse l’Europa risponderà sullo stesso piano”. Una difesa anche del vino italiano, perché non è immaginabile che l’amministrazione Usa proceda contro la Francia e non contro i vini del resto dell’Unione Europea, ed in questo senso il conto per l’Italia si profila ancora più salto: il settore vini e liquori del Belpaese, infatti, pagherebbe 2,3 miliardi di dollari di nuovi dazi ...
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