Un nuovo modo di rappresentanza come ricetta anti-crisi a sostegno delle imprese agroalimentari italiane e del rilancio del Paese. Un fronte unitario di settore “coinvolgendo anche le altre Organizzazioni che compongono la filiera agroalimentare, partendo dall’agricoltura per arrivare all’industria”. È la proposta che ha lanciato Giorgio Mercuri, presidente di Alleanza Cooperative Agroalimentari, oggi, nell’assemblea della cooperazione agroalimentare e della pesca che lo ha riconfermato al vertice del settore, così come Giampaolo Buonfiglio è stato riconfermato al vertice del settore pesca. Ad ascoltare l’appello per una nuova rappresentanza “veramente unitaria e dalla voce forte”, sia presso le istituzioni nazionali che quelle europee, tutti i rappresentanti di tutte le organizzazioni agricole, compresa Coldiretti, che ha raccolto un invito altre volte disertato. Ed anche il presidente Federalimentare, Ivano Vacondio, che ha ribadito, come l’organizzazione di Confindustria che raduna le imprese del settore agroalimentare, “vuole stare al tavolo con tutti, perché ci sono cose che ci dividono ma anche tante che ci accomunano”.
Mercuri ha individuato in internazionalizzazione, sostenibilità, innovazione e infrastrutture i punti cruciali su cui impostare la strategia di crescita delle imprese, non nascondendo di nutrire preoccupazione per il momento critico dei mercati internazionali, tra Brexit e dazi Usa, e dichiarando che l’Alleanza sostiene “con decisione la richiesta di misure “azzera dazi” avanzata dal ministro Bellanova all’Europa, per ridurre gli effetti sui nostri prodotti agroalimentari. No ai dazi, dunque, più diplomazia e accordi bilaterali. Dei 7,5 miliardi di dazi Usa, oltre il 7% graverà sui prodotti made in Italy. È un altro tarlo che ci penalizza, così come già è pesante l’effetto dell’Italian Sounding che ha sfondato il tetto degli 80 miliardi di euro. Chiediamo inoltre di rafforzare la dotazione finanziaria per la promozione dei prodotti agroalimentari in paesi che presentano nuovi spazi di mercato e interesse per i nostri prodotti. Dall’agroalimentare arriverà un ulteriore +0,5% di Pil entro il 2022, quando raggiungeremo la quota dei 50 miliardi di export. È una grande chance di sviluppo per l’intera economia italiana”.
Il presidente Mercuri ha riportato le cifre di una ricerca svolta in collaborazione con Censis, per sottolineare come l’ export sia la strada maestra da battere per le imprese considerata la lunga stagnazione dei consumi interni. “Nel 2021 la popolazione ricca sarà pari a 604 milioni in 30 nuovi mercati, 154 in più sul 2015 e i 2/3 abiterà in Cina e India. In Cina l’export deve dribblare criticità nelle procedure di importazione, ma l’Italia è il primo fornitore di cioccolato e pasta, il secondo di olio d’oliva, acque minerali e vini frizzanti, il terzo per vini imbottigliati e caffè. È, inoltre, attesa una crescente domanda di formaggi italiani artigianali. In India l’incremento della domanda crea molti spazi per il made in Italy. L’Italia è il terzo fornitore di vino in India, con una quota di mercato dell’11%. Di qui l’importanza di aumentare la dotazione finanziaria per la promozione”.
Al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli, in assemblea, Mercuri ha chiesto una strategia di valorizzazione delle infrastrutture presenti a livello nazionale e di colmare i gap di accessibilità delle infrastrutture fisiche e digitali. Il Ministro ha risposto illustrando l’impegno già avvito al dicastero per un “Piano di manutenzione straordinario” che riattivi la rete viaria che già c’è e “o non è più fruibile o non è sicura”, lanciato la proposta di istituire un “pensatoio pubblico-privato che si confronti sulla logistica”.
Una proposta è arrivata anche dal Sottosegretario delle Politiche Agricole, Giuseppe L’Abbate, in rappresentanza del Ministro Teresa Bellanova, impegnata nei lavori parlamentari: “al Ministero delle Infrastrutture - ha detto L’Abbate - c’è già un programma che riguarda gli interventi strutturali negli aeroporti merci, un’opportunità che le imprese agroalimentari dovrebbero meglio sfruttare. Serve dunque che il nostro Ministero si interfacci con il Ministero delle Infrastrutture per offrire più possibilità alle imprese, chiedendo alle stesse imprese e associazioni agricole di dirci quali sono le loro esigenze. Oggi lancio la proposta di avviare un percorso tutti insieme”.
Il presidente di Alleanza Cooperative Agroalimentare ha ricordato nel suo intervento la centralità posta dalla cooperazione sulla persona del lavoratore, dipendente o lavoratore che sia. E sul lavoro nero ha detto che “a questo riguardo va svolta una battaglia di “sana concorrenza oltre che di civiltà. È impensabile competere nello stesso mercato con regole diverse rispetto al lavoro nero e al sommerso - ha aggiunto - da un lato tante aziende che rispettano le regole, dall’altro chi non lo fa”. Secondo il focus Censis sono 3,3 milioni gli occupati irregolari, riferibili all’intera economia italiana, e 220.000 possono essere ricondotti alle attività agricole, della silvicoltura e della pesca. In agricoltura la quota di sommerso raggiunge il 16,9% e tende a crescere nell’ultimo periodo (+0,5% fra il 2014 e il 2017), così come accade nella produzione di benialimen tari e di consumo (+0,4%)
La Cooperazione ha eletto anche il coordinatore nel settore vino: è Luca Rigotti, presidente della trentina Mezzacorona, che guiderà il settore enoico cooperativo, che produce oltre la metà del vino italiano. Ed il cui lavoro lavoro sulla scia di quanto fatto assieme fino ad oggi con la coordinatrice Ruenza Santandrea. “Un lavoro importante per il settore vino - ha detto Rigotti a WineNews - assieme a tutti i rappresentati delle cantine dell’alleanza a livello nazionale. Il lavoro importante che abbiamo iniziato è stato quello sull’autoregolamentazione delle produzioni per sostenere il valore del vino, il reddito dei nostri soci, un grande lavoro che passa non solo per la qualità. Studiamo infatti sistemi di autoregolamentazione per evitare quei picchi di mercato al ribasso che sono molto impattanti sul reddito del viticoltore. Un grande ragionamento avviato con Ruenza Santandrea e sul quale dobbiamo andare avanti. Ancora, un altro grande lavoro da fare è sull’export, come valorizzazione e vendita del vino italiano nel mondo. È molto importante intervenire a livello europeo sugli accordi commerciali. Stiamo toccando con mano adesso l’importanza degli accordi fatti con il Canada, quando gli accordi sono fatti in maniera concreta e positiva abbiamo visto che danno subito risultati. Infine, un altro punto su cui continueremo a lavorare con il ministero è un sistema di certificazione di sostenibilità per valorizzare il vino italiano nel mondo anche sotto questo aspetto”.
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