Cresce, ma frena la sua corsa l’export del vino italiano. Almeno a guardare l’andamento dei primo 9 mesi 2019, sperando che la fine dell’anno, magari, dia una scossa positiva. Secondo i dati Istat, tra gennaio e settembre, dal Belpaese è partito vino verso i mercati del mondo per un valore complessivo di 4,6 miliardi di euro, in crescita del +3,8% sullo stesso periodo 2018. Un dato positivo, dunque, nel complesso, ma che mostra un rallentamento, per esempio, sul +5,4% che si era registrato fino a maggio. E se sul fronte della qualità certificata dalla critica italiana ed internazionale la partita è sempre tra Piemonte e Toscana, quando si guarda ai valori, invece, il Veneto è dominatore assoluto, con la Regione di Prosecco e Amarone, di Soave e Lugana che, da sola, vale oltre un terzo delle esportazioni di vino made in Italy, mettendo insieme, nei primi 9 mesi del 2019, 1,6 miliardi di euro, con una crescita del 3,5% sul 2018. Un dato, va detto, che tiene conto anche dei vini italiani di altre regioni che poi partono effettivamente dal Veneto alla volta dei mercati mondiali, ma che da comunque la dimensione dell’importanza economica della Regione per l’economia enoica del Belpaese. Distanti in valore, ma in salute, con una crescita superiore alla media nazionale, seguono proprio il Piemonte a 743 milioni di euro (+5,2%) e la Toscana a 734 milioni di euro (+6,6%). Tre Regioni che, da sole, mettono insieme i 2/3 del valore di tutto l’export di vino italiano.
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