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REATI ALIMENTARI

Frodi alimentari, il 65% degli italiani temono quelle sul cibo: l’indagine Coldiretti e Ixè

Coldiretti, l’ottima attività delle forze dell’ordine va accompagnata da una revisione delle leggi sui reati alimentari, anche all’estero
Coldiretti, FRODE ALIMENTARE, ITALIAN SOUNDING, Non Solo Vino
Il 65% degli italiani temono le frodi alimentari

Il 65% degli italiani, quasi due su tre, hanno paura delle frodi e contraffazioni a tavola: questo il dato più significativo che emerge da una indagine Coldiretti/Ixè. La contraffazione alimentare, sottolinea la Coldiretti, è un crimine particolarmente odioso perché si fonda sull’inganno e colpisce soprattutto quanti dispongono di una ridotta capacità di spesa a causa della crisi e sono costretti a rivolgersi ad alimenti a basso costo, dietro i quali spesso si nascondono ricette modificate, l’uso di ingredienti di minore qualità o metodi di produzione alternativi, sui quali è invece importante garantire maggiore trasparenza. Non è un caso che di fronte al moltiplicarsi dei casi di frode e contraffazione alimentare, più della metà italiani (il 51%) chiedono, continua la Coldiretti, che venga sancita la sospensione dell’attività. L’agricoltura e l’alimentare sono considerate, denuncia ancora la Coldiretti, aree prioritarie di investimento dalla malavita che ne comprende la strategicità in tempo di crisi: del cibo, anche in se si è in difficoltà, nessuno potrà fare a meno. Ma il settore, consente anche di infiltrarsi in modo capillare nella società civile e condizionare la vita quotidiana della persone in termini economici e salutistici.

L’ottima attività messa in campo dalla forze dell’ordine va, quindi, accompagnata dalla revisione delle leggi sui reati alimentari, quale ad esempio la proposta a costo zero elaborata da Giancarlo Caselli nell’ambito dell’Osservatorio agromafie, promosso dalla Coldiretti, per introdurre nuovi sistemi di indagine e un aggiornamento delle norme penali adeguate a combattere le frodi agroalimentari diventate più pericolose con l’innovazione tecnologica e i nuovi sistemi di produzione e distribuzione globali. Un impegno che, continua la Coldiretti, deve riguardare anche l’estero, dove è necessario che l’Italia e l’Europa tutelino dall’italian sounding l’identità dei prodotti alimentari riconosciuti dall’Unione Europea anche nei trattati di libero scambio. È salito ad oltre 100 miliardi di euro il valore del falso made in Italy agroalimentare nel mondo con un aumento record del 70% nell’ultimo decennio, per effetto della pirateria internazionale che utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che richiamano all’Italia per alimenti taroccati che non hanno nulla a che fare con il sistema produttivo nazionale. Un fenomeno che rischia di moltiplicarsi con le nuove guerre commerciali a partire dai dazi Usa nei confronti dell’Unione Europea, già colpita dall’embargo russo per una serie importanti di beni, perché favorisce la produzione di imitazioni locali, dal parmesan statunitense alla mozzarella “Casa Italia” russa.

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