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BENVENUTO BRUNELLO

Il Brunello di Montalcino, che ha “inventato” le Anteprime del vino, pensa a cambiarle

Il presidente del Consorzio Fabrizio Bindocci: “la certezza è il luogo, Montalcino. Su date, format e target, tutto è in discussione”
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Fabrizio Bindocci, presidente del Consorzio del Brunello di Montalcino

Fatte le debite proporzioni, il Consorzio del Brunello di Montalcino che decide di cambiare la formula di Benvenuto Brunello, è come se Robert Parker decidesse di rivedere il “100 point system”. Perchè così come il critico americano e fondatore di “The Wine Advocate”, ormai ritirato a vita privata, ha inventato il sistema di giudizio del vino di maggior successo nel mondo, a Montalcino, è ad opera del Consorzio del Brunello di Montalcino che, all’inizio degli anni ’90, è nata l’idea di un’Anteprima per presentare le nuove annate che entravano sul mercato, in un format che, dalla terra del Brunello, è stato mutuato, con qualche sfumatura, da tutti i più importanti territori del vino d’Italia. Ma ora, come anticipato ieri dal Gambero Rosso, il Consorzio che tutela una delle denominazioni del vino più prestigioso del mondo, pare pronto ad una svolta, possibilmente già dal 2021. Niente di chiaro e di definito. L’unica certezza è che l’evento più importante della denominazione sarà a Montalcino. Ma su date, format, target e tutto il resto si discute, per un “Benvenuto Brunello”, se si chiamerà ancora così, che non sarà più come quello che ha tenuto banco per 28 edizioni, compresa quella alle porte (a Montalcino, dal 21 al 24 febbraio).
“È un progetto di cui stiamo discutendo - spiega a WineNews il presidente del Consorzio del Brunello di Montalcino Fabrizio Bindocci - che deve essere condiviso dai produttori e non deve essere l’idea di un presidente o di un cda. Vediamo quello che andremo a fare, speriamo già dal 2021. Tutti hanno guardato l’evento di Bolgheri (la grande cena lungo il Viale dei Cipressi alla fine di agosto 2019) e quello del Barolo (Barolo & Barbaresco World Opening, a New York, nei giorni scorsi, ndr), e tutti dicono che dobbiamo migliorare il nostro evento. Chi ci ha preceduto si è impegnato, ed i risultati sono stati sempre migliori: noi vogliamo continuare su questa strada, confrontandoci con i nostri soci. Deve essere un progetto dei produttori e di un territorio, ma si accettano idee e progettualità che verranno fuori da altre parti”.
“Cambiare è sempre importante, anche quando non è indispensabile - sottolinea Bindocci - ma il mondo va avanti, e credo che una denominazione importante come Montalcino, possa avere la voglia di fare meglio e di cambiare. Valutiamo insieme cosa fare, se selezionare i giornalisti, se fare un evento con i giornalisti ed un evento con il pubblico, le enoteche ed i ristoranti, i “Brunello lovers”. Ma non c’è ancora un’idea ben definita, c’è la voglia e la volontà di ascoltare i nostri produttori per fare meglio e andare incontro a quello che loro ci chiedono. Vogliamo far si che la manifestazione del Brunello non sia “un’ammucchiata” di persone come successo negli anni passati, ma dove io produttore che sono al tavolo con te che sei il mio cliente o il mio estimatore, abbiamo la possibilità di dialogare, di spiegare le cose. E non un evento in cui il produttore è solo un mescitore di vino, perchè sono talmente tante le persone che ci sono che non si ha neanche la possibilità di parlare. Dobbiamo lavorare bene, e lavorare meglio, per fare in modo che tutti possano apprezzare al meglio il nostro prodotto”.
Insomma, la certezza è il luogo, Montalcino, e la voglia di cambiamento. E pochi altri punti fermi. Tra questi, secondo Bindocci, quello di continuare, comunque, con la tradizione della “piastrella” che fissa in maniera plastica, dal 1992, le stelle dell’annata, il rating dato all’ultima vendemmia (da 1 a 5 stelle), magari da posticipare un po’ nel tempo, rispetto a febbraio, a pochissimi mesi dalla raccolta, per poter valutare un vino un po’ più definito. “Sulla piastrella ognuno ha la sua idea. Io, come pensano tanti, sono convinto che sia un bel momento di aggregazione, un bel messaggio che Montalcino manda al mondo, un qualcosa che viene riconosciuto come un unicum, apprezzato da tutti, e non credo sia il caso di cambiarlo. Quello su cui in tanti dicono di riflettere, è di dare il rating non a febbraio, come facciamo, ma più avanti quando è possibile valutare un vino un pò più evoluto”.
In ogni caso, questa volontà di cambiamento di un format ormai storicizzato come “Benvenuto Brunello”, la prima anteprima mai andata in scena nel mondo del vino italiano, è il segno tangibile di una riflessione più ampia, non limitata alla sola Montalcino, su di uno strumento di mercato e di comunicazione, come sono le Anteprime del vino in generale, che vive in uno scenario radicalmente diverso da quando è stato pensato per la prima volta. In un mondo sempre più senza confini, e sempre più frenetico, dove non c’è quasi più giorno dell’anno in cui non ci siano eventi dedicati al vino.

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