Sono tante le incertezze e le preoccupazioni di questi giorni di forzato rallentamento della routine, tra le mura domestiche, e tanti i sacrifici che milioni di italiani stanno facendo per superare l’emergenza Coronavirus. Ciò che è certo è che si tratta di una situazione mai vista, e per questo può fare paura. E allora WineNews, nel suo piccolo, invita a trasformare questo periodo storico unico in un momento di convivialità, nel limite del possibile, riportando al centro delle famiglie la buona tavola e il buon vino, con tutta la storia e la cultura (che è anche esperienza vissuta) che c’è dietro ad un etichetta di vino, di un prodotto agricolo e dei rispettivi territori, aziende, cantine. Questo può essere il momento in cui raccontare, spiegare, educare, i figli (maggiorenni, ovviamente), i genitori, gli zii, insomma tutta la famiglia con cui siamo a contatto, ma anche quelli lontani, attraverso telefonate, videochiamate, perché no, anche di gruppo, al buon bere italiano: un buon atto di convivialità, per passare il tempo con la famiglia riscoprendo del prezioso tempo insieme, ma anche un atto a sostegno del vino italiano. Un invito che possiamo rivolgere noi che ci occupiamo di questo mondo, vicino ai settori che, in questo momento, sono fondamentali per il Paese ed a chi è al lavoro senza sosta per salvarlo, in attesa che l’Italia torni “a fare l’Italia”, come sempre ha fatto nella sua storia, esportando la sua bellezza, fatta di arte, cultura, scienza, e anche di cibo e di vino, di cui il mondo non può fare a meno. Dunque, oltre a cucinare, ad educare al buon bere e alla buona tavola, al racconto delle storie che ci sono dietro ai territori da cui provengono ai prodotti agroalimentari, oltre a scendere in cantina (o comunque a deliziarsi con un buon vino che si usa conservare gelosamente per le occasioni speciali in qualsiasi dimora), WineNews vuole cercare di unire il reale al digitale: su Instagram e Facebook, taggateci in foto, video e storie in cui raccontate il vostro modo di riscoprire il tesoro della tradizione del vino e del cibo italiano, che verranno ricondivisi da WineNews. Senza mai perdere di vista, però, l’importanza dell’informazione, con la piattaforma di WineNews sempre aggiornata con le ultime notizie del settore, ormai quasi del tutto comandato dall’emergenza Coronavirus, ma non solo.
Ma il nostro non è certo l’unico invito, o l’unica iniziativa, a stare a casa dedicandosi al buon bere italiano: tantissime cantine si attrezzano anche per la consegna a domicilio ai privati, senza costi di spedizioni, di prodotti acquistati on line, anche per piccole quantità, come, racconta ad esempio, la cantina emiliana Umberto Cesari, che lancia “#IORESTOACASA, IL VINO TE LO PORTIAMO NOI”. E se c’è chi come la storica trasmissione di Radio 2 “Decanter”, condotta da Fede & Tinto e Andrea Amadei, ha lanciato #iobevoitaliano, invitando tutti a condividere un selfie con la bottiglia di vino, birra o spirits che stiamo bevendo a casa, per “stringersi attorno alle realtà produttrici nazionali che stanno ricevendo numerose disdette di ordini dall’estero” - campagna sposata anche da WineNews, con il direttore Alessandro Regoli, che ha invitato a riscoprire il piacere di riportare sulla tavola quotidiana una buona bottiglia di vino, anche per sostenere il made in Italy - c’è chi lancia #iolaperitivolofaccioacasa, come fatto dal Consorzio di tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg. Una campagna lanciata dai profili social del Consorzio, “con la quale invitiamo a stare a casa e bere un aperitivo, a scattarvi una foto del vostro aperitivo casalingo e condividerla con l’hashtag #iolaperitivolofaccioacasa”.
Ma c’è anche chi lancia l’hashtag #iorestoincantina (ispirandosi forse all’indimenticabile Alberto Sordi in “Accadde al penitenziario”, ndr), a dimostrare come il mondo del vino sia pieno di voglia di rialzarsi e andare avanti, e come anche la natura non si fermi davanti all’emergenza, con la necessità di continuare il lavoro in vigna e in cantina, appunto. Un aiuto arriva anche dall’estero, precisamente da Robert Camuto, Italian editor di Wine Spectator, che, proprio sulla prestigiosa rivista statunitense, ha dedicato un articolo alla situazione del nostro Paese, “Italian life in a Dark Hour”, la vita in Italia in un’ora buia: “un intero Paese chiuso per la pandemia. Cosa serve? Nervi saldi, e forse un ottimo bicchiere di vino...”. Ricordando in un tweet come l’Italia sia in profonda crisi: “Puoi aiutare oggi bevendo vino, e acquistando pasta, Parmigiano Reggiano e altri prodotti italiani”.
Con i piccoli riti quotidiani da sempre momento di socialità nei bar e nei locali, ora vietati per superare il prima possibile l’epidemia di Coronavirus, che si cerca di traslare nelle case in cui tutti dobbiamo restare in questi giorni. Magari, in momenti, anche live, di condivisione via social. E se c’è chi si ingegna con le degustazioni on line (come la cantina Maeli dei Colli Euganei, guidata da Elisa Dilavanzo, che spedisce i vini a casa da degustare poi con la produttrice collegandosi via internet), altri scelgono la via di Facebook, come Luca Balbiano della Cantina Balbiano di Andezeno, storico produttore di Freisa di Chieri, che ha lanciato #STAPPATINCASA: ogni sera alle ore 19 una live Facebook in cui un produttore stappa una bottiglia e guida alla degustazione online. Altri seguono, invece, la via di Instagram per lanciare consigli: WineHunter Tastings mette on line (partendo da Barolo) una serie di video episodi dedicati alle degustazioni di Helmuth Köcher, patron del Merano WineFestival.
Ma l’ondata di condivisione di momenti enogastronomici sui social ha ovviamente coinvolto anche il mondo della cucina: è il Gambero Rosso che, sul suo profilo Instagram, lancia l’iniziativa “Io cucino a casa”, correlata ovviamente dall’hashtag #iocucinoacasa, con la quale invita tutti i follower a condividere le proprie ricette, taggando il profilo ufficiale del Gambero, che ricondividerà le migliori. Ma ci sono anche gli eno-influencer a tenere compagnia: tra chi lancia serie di video con lezioni da sommelier, e chi intervista personaggi del settore che raccontano come stanno affrontando l’emergenza, c’è chi, come Italian Wines, lancia #VinoLetture, hashtag col quale condividere le proprie letture a tema vino, un altro modo per riempire il tempo con la cultura enoica.
Al di là delle iniziative digitali, ci sono quelle nel “mondo reale”, quello fatto, e in questo momento si può azzardare “protetto”, dal lavoro incessante negli ospedali, da medici e infermieri in prima linea alla lotta al Coronavirus. E proprio in loro sostegno sono arrivati progetti importanti dal comparto enogastronomico: nel pieno boom della spesa on line, anche di vino, che si registra in questi giorni di ristoranti e bar chiusi (secondo WineLivery in città come Milano siamo oltre il +50% rispetto alla media, ndr), c’è chi, come Tannico, grazie alla collaborazione delle più importanti cantine italiane (tra cui Cà Maiol, Cà del Bosco, Ferrari, Contadi Castaldi, Feudi di San Gregorio, Kettmeir, Masciarelli, Moët Hennessy, San Leonardo, Santa Margherita, Tasca d’Almerita e Tommasi), donerà all’Ospedale Sacco di Milano 1 euro per ogni bottiglia acquistata da una speciale selezione del catalogo. Ma anche ai gesti solidali che, a maggior ragione quando arrivano dai giovani che troppo spesso in questi giorni abbiamo visto rappresentati da chi affollava bar e locali delle città, alla faccia del decreto del Governo, hanno un grande significato: da Quarto Oggiaro, nella periferia milanese, il diciannovenne Riccardo Tiritiello ha convinto padre e nonno, proprietari di una gastronomia, a cucinare gratuitamente pasti per medici e infermieri impegnati in prima linea alla lotta al Coronavirus, lanciando il progetto Chef in Corsia, che chiede l’adesione ad altri bar, ristoranti e gastronomie che aiutino il personale dell’Ospedale Sacco di Milano. Il Gruppo Orogel, azienda italiana attiva nel settore di prodotti surgelati fondata a Cesena, ad esempio, tramite la propria “Fondazione onlus Fruttadoro Orogel F.OR.” ha deciso di donare per l’emergenza 800.000 euro. La parte più considerevole dell’offerta è destinata all’Ospedale Maurizio Bufalini di Cesena per l’acquisto di macchinari e attrezzature necessari a rendere maggiormente funzionale e operativo il reparto di terapia intensiva. Dal mondo del vino, arriva invece l’iniziativa di Zorzettig, che organizza una raccolta fondi per sostenere il reparto di terapia intensiva dell’Ospedale Universitario Santa Maria della Misericordia di Udine impegnato nell’emergenza Covid-19. L’Azienda Agricola di Cividale del Friuli mette in vendita una riserva di bottiglie di Refosco dal Peduncolo Rosso a un prezzo di 35 euro l’una: il ricavato servirà per l’acquisto di materiali e apparecchiature necessari a fronteggiare il momento critico. E ad agire sono anche i Consorzi: i Consorzi del Brachetto d’Acqui, dell’Asti e del Moscato d’Asti e il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato si uniscono nella raccolta di fondi da devolvere alla Regione Piemonte per la lotta all’epidemia da Covid-19 e stanziano 10.000 euro ognuno, 30.000 euro in totale, per l’acquisto di tre respiratori indispensabili all’assistenza dei malati più gravi. Ma in questi giorni è veramente scattata una gara di solidarietà, con Esselunga che ha donato 2,5 milioni di euro agli Ospedali e agli istituti impegnati in prima linea nell’assistenza dei pazienti e nella ricerca scientifica contro il Coronavirus, e Eataly che ha deciso di donare una percentuale di ogni scontrino battuto dalla catena alla ricerca.
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