Intere coltivazioni di carciofi, asparagi, bietole, finocchi, rape, cicorie e piselli pronte per la raccolta sono andate distrutte nei campi per via del gelo che si abbattuto su piante da frutto in fiore, pregiudicando le produzioni e provocando milioni di euro di danni. Lo segnala la Coldiretti, dopo un monitoraggio sugli effetti dell’ondata di maltempo che sta investendo l’Italia con un brusco calo delle temperature, gelo, neve e pioggia intensa. Per garantire la circolazione nelle strade sono stati addirittura mobilitati i trattori nel Centro Italia, mentre a Nord sono entrati in azione gli impianti anti brina per difendere i frutteti e nel meridione sono state anche riscoperte pratiche antiche per aumentare la temperatura, come l’accensione di fuochi controllati tra i filari o l’apertura dei teli antigrandine per creare una sorta di “effetto serra”.
La scure del gelo e della neve, sottolinea la Coldiretti, si è abbattuta su piante di pesche, albicocche, susine, pere, mele e kiwi in piena fioritura o con già le gemme o i frutti pronti a crescere, ma anche sulle viti e sulle verdure in campo. Una situazione di difficoltà a macchia di leopardo lungo la Penisola con i danni più gravi in Lombardia, Emilia Romagna, Campania, Puglia e Sicilia, dove gli agrumeti sono minacciati dalle precipitazioni intense. Ma è allarme anche per le api presenti sul territorio nazionale che sono state ingannate dal caldo e sono uscite dagli alveari ed ora rischiano di subire pesanti perdite.Lo sbalzo termico primaverile ha colpito le campagne dopo un inverno che si è classificato in Italia come il secondo più caldo dal 1800 a livello climatologico, facendo registrare una temperatura addirittura superiore di 2,03 gradi rispetto alla media di riferimento. Questo ha favorito il risveglio della natura con l’anticipo delle primizie di stagione che adesso sono andate distrutte.
Si tratta, conclude la Coldiretti, di evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia, dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con costi per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.
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