Susegana, Conegliano -Feletti, Conegliano - Ogliano, Colle Umberto, Fregona, Col San Martino, Rolle e Combai nella zona orientale, Scandolere - Molere, Follo - Santo Stefano - Guia, Strada Guia - Vidor, Madonna delle Grazie, Cartizze Est, Cartizze Ovest, Cartizze Alto, Campion, San Vito - Bigolino, Valdobbiadene - San Pietro (sotto strada) e Parte alta Valdobbiadene - Guia nella zona occidentale: ecco le 19 sottozone del Conegliano Valdobbiadene Prosecco, individuate e raccontate ne “I Terroirs del Conegliano Valdobbiadene Prosecco. Studio sull’origine della qualità nelle Colline Patrimonio Unesco”, il volume (presentato oggi) curato dai ricercatori Federica Gaiotti e Diego Tomasi, che hanno aggiornato gli studi e le analisi su uno dei più preziosi territori viticoli italiani, ricavandone specificità distintive per ogni sottozona, attraverso 19 storie, quante sono le sottozone analizzate. In ognuna di esse, il viticoltore può trovare i tratti caratteristici del singolo appezzamento, che possono restituire la giusta autorevolezza al vigneto e rompere così l’omogeneità della Denominazione. L’obiettivo, nel solco dei tanti lavori portati avanti in questi anni in altri territori prestigiosi, dalle Langhe al Soave, nella direzione della zonazione, è quello di restituire rilevanza a ogni frammento di territorio della Denominazione facendone emergere le peculiarità di ognuno e illustrandone ogni aspetto, quelli morfologici come quelli culturali e legati alla tradizione agricola, che hanno portato i viticoltori a gestire il territorio in modo diverso e sempre adeguato al singolo appezzamento. L’intero studio si basa su esperienze, sperimentazioni, misurazioni, ma anche tradizioni e fattori materiali e umani che contribuiscono in modo determinante alla qualità dell’uva e del vino: tutto ciò che, ampliando il significato, fa il terroir.
“Questo studio fornisce la conferma che il luogo di origine di un vino sia parte integrante e irrinunciabile del suo valore e scardina la teoria del “primato del vitigno” che attribuisce a quest’ultimo il maggior peso e responsabilità nel determinare il risultato qualitativo di un calice”, spiega Innocente Nardi, il presidente del Consorzio. “Il lavoro condotto dai ricercatori Gaiotti e Tomasi contribuisce a segnare in modo sempre più consistente quel percorso di valore che come Consorzio stiamo perseguendo da anni”. “Non esiste in Italia altro territorio così studiato e scandagliato nei minimi dettagli al fine di averne rispetto e credere nel suo futuro” affermano Diego Tomasi e Federica Gaiotti. “Ci auguriamo che dalla lettura emerga la difficoltà del lavoro del viticoltore, soprattutto in aree poco accessibili, dove il lavoro è concesso solo a mani abili ed esperte senza l’ausilio di mezzi meccanici. La consapevolezza di questo ruolo implica impegno e conoscenza ed è segno di una visione futura indispensabile per un terroir blasonato e prestigioso come il Conegliano Valdobbiadene Docg. Questo terroir è tra i pochi ad avere ottenuto il riconoscimento Unesco, di conseguenza è un terroir unico e come tale va studiato e conosciuto, ma soprattutto protetto”.
Focus - Il terroir del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg
La coltivazione della vite è un’attività che nei secoli ha impegnato l’uomo e con lui ha creato storie di sapere e di paesaggi. L’impatto visivo dei paesaggi della Denominazione, che ha emozionato e ispirato poeti come Andrea Zanzotto, diventa parte delle radici culturali delle genti di queste colline e sinonimo della qualità e del valore culturale del vino. Da questo immenso patrimonio umano nasce il terroir, nascono i caratteri unici e inconfondibili del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, e in generale considerando tutto nostro il patrimonio, prende forma e consistenza il grande valore della viticoltura italiana, non imitabile e non trasferibile. L’unicità di un vino risiede, oltre che nel vitigno, in un insieme di fattori che trovano armonia in un territorio d’origine. I caratteri pedo-climatici, la tecnica viticola, la storia, le tradizioni e il vivere quotidiano, sono i punti cardine su cui poggiano la tipicità e il valore qualitativo delle nostre produzioni enologiche. Tutto questo contribuisce a differenziare i nostri vini, proteggendoli dalla concorrenza delle viticolture più recenti, dalla loro aggressività priva però del peso della tradizione e della cultura storica.
La bellezza della Denominazione Conegliano Valdobbiadene è saldamente ancorata alla storia dei luoghi. I viticoltori devono essere i primi a riconoscere l’unicità dei propri vigneti, averne cura affinché questa bellezza continui a essere tale. La conservazione del paesaggio implica la sua conoscenza e non è mai antagonista del progresso tecnico. Conservazione del paesaggio e progresso sono temi che si devono esprimere all’unisono e d’ora in poi essere considerati le sole mete da perseguire per mantenere inalterato il successo di questa denominazione.
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