Voto dieci. Anzi “diesci”, come recita il tormentone che ha caratterizzato il successo di audience di uno degli chef più famosi del Bel Paese, Alessandro Borghese. Dai “4 Ristoranti” all’Asti Docg, il vulcanico chef si è calato nei panni di brand ambassador per raccontare un territorio, il Monferrato, che ha fatto la sua fortuna grazie alle famose bollicine, oggi Patrimonio dell’Umanità Unesco con le Langhe ed il Roero. Con la comunicazione di un Consorzio come quello dell’Asti, che macina numeri importanti, che è stata affidata ad un testimonial conosciuto e apprezzato da grandi e piccini che con il suo programma di maggior successo “4 Ristoranti” ha saputo dipingere un affresco colorito e calzante delle abitudini alimentari degli italiani a tavola. “Quello che mi interessa è farlo conoscere ai giovani - dice Alessandro Borghese, a WineNews, dell’Asti Spumante - perché saranno loro a portare nuova linfa; mi interessa che questo vino venga veicolato dalla mixology, alla cucina. L’Asti è il simbolo di questo territorio, ed è espressione di una terra aspra che viene lavorata con le mani. Per me che sono un cuoco è una cosa affascinante; conoscere le persone dietro le esperienze nel bicchiere. Insieme a tanti altri prodotti territorio, ai quali noi cuochi siamo affezionati come il fritto misto piemontese o il vitel tonnè, anche l’Asti racconta la storia di questo territorio. Io sto conoscendo piano piano i produttori e i loro prodotti e spero di poter essere un brand ambassador valido”.
Tra Asti Docg e Borghese, del quale la faccia già campeggia nelle vele pubblicitarie esposte sulla “Strada del Turchino”, è nata una corrispondenza di amorosi sensi che, pronti via, inizierà da una serie di cene, nel cortile della Casa dell’Asti che uniranno le bollicine con i piatti dello chef: “io sono un purista. Non sono un amante del vino nel piatto, bensì del vino nel bicchiere e che esso si abbini al piatto. L’idea che le persone hanno del Moscato è che si tratti di un vino dolce, non conoscono tutte le sue sfumature e non conoscono l’Asti nelle sue declinazioni. È un’idea vecchia di questo prodotto e noi siamo qui per ripulirla e portarla nel prossimo futuro. La mia avventura come brand ambassador è iniziata da pochi giorni e prende il via con una serie di cene, insieme al Lusso della Semplicità (ndr. il ristorante di Alessandro Borghese, a Milano), con i vini del Consorzio e la mia cucina.”
L’Istrionico Borghese non è un cuoco come tanti, oltre ad essere il volto di alcuni programmi di successo sulla televisione satellitare, è inoltre anche una star sui social con profilo Instagram da oltre 1,8 milioni di followers: “la comunicazione sarà a trecentosessanta gradi e massiccia. L’Asti sarà presente nei miei programmi, ad iniziare da Alessandro Borghese Kitchen Sound, la mia enciclopedia gastronomica con dieci puntate dedicate alla cucina piemontese; siamo andati in video sui social network e in particolare con focus su Instagram”.
Ma perché guardando i programmi di Alessandro Borghese in televisione si vede tantissimo spazio con il cibo e poco con il vino? “Sono un grandissimo appassionato di vino, il mio motto è “bianco d’estate, rosso di inverno, bollicine tutto l’anno”, visito regolarmente cantine ed è una mia passione, ne vorrei parlare per ore anche in televisione. Ma non si può. Non è possibile parlare di vino in fascia protetta, dunque solo oltre la mezzanotte”.
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