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IL CAOS LEGATO AL COVID

Lombardia, stop alla vendita di vino e alcolici dopo le ore 18 in tutti i pubblici esercizi

Così l’ordinanza 620 della Regione. Lettera aperta del produttore Mario Piccini: “provvedimento che demonizza il vino, che invece è eccellenza”
DIVIETO, FONTANA, LOMBARDIA, MARIO PICCINI, vino, Italia
Lombardia, stop alla vendita di vino dopo le 18. Il produttore Mario Piccini scrive a Fontana

Che il Covid stia sparigliano le carte, e che la sua gestione sia complessa e a tratti confusionaria, è evidente a tutti. Soprattutto nei suoi epicentri più significativi, come la Lombardia, dove dai primi slogan al ritmo di aperitivi “sponsorizzati” al motto di “#Milanononsiferma” agli albori della prima fase, si è passati, al via di questa cosiddetto “seconda ondata”, al divieto di comprare una bottiglia di vino al supermercato dopo le ore 18. Tanto prevede il draconiano provvedimento previsto dall’ordinanza n. 620 del 16 ottobre 2020 della Regione Lombardia, guidata da Attilio Fontana che, anticipando il Dpcm del Governo in vigore da oggi, tra le altre cose, nelle norme “anti-movida”, stabilisce che “è vietata la vendita per asporto di qualsiasi bevanda alcolica da parte di tutte le tipologie di esercizi pubblici, nonché da parte degli esercizi commerciali e delle attività artigianali dalle ore 18”.
Questo, in teoria, per evitare che chi vuole bere oltre gli orari consentiti dall’apertura dei locali faccia scorta al super mercato prima. In pratica, si traduce nel fatto che chi esce dall’ufficio dopo le ore 18, e vuole comprare una bottiglia di vino per cena, da bere a casa, resta tagliato fuori. Con una misura che, peraltro, arrivando da una delle Regioni più importanti d’Italia da molti punti di vista, mina la forza della distribuzione organizzata nel suo essere argine al calo dei consumi di vino, come abbiamo spesso raccontato in questi mesi, e rischia, per altro, un effetto emulazione da parte di altre amministrazioni.
Una norma di cui si fa fatica a comprendere la ratio, visto che per chi vuole eccedere e magari ha tempo libero da dedicare alla spesa è facilmente aggirabile, e che va a penalizzare, semplificando, il normale consumatore.
Una misura che lascia perplesso anche il mondo della produzione enoica, tanto da spingere a scrivere una lettera aperta al Governatore Fontana il produttore Mario Piccini, alla guida del gruppo Piccini, una delle realtà più forti d’Italia proprio nel canale della distribuzione organizzata: “sono consapevole della gravissima situazione che stiamo attraversando a livello nazionale e mondiale”, dichiara Piccini, “come azienda ci impegniamo quotidianamente per tutelare la salute dei nostri impiegati e delle loro famiglie, consci che solamente mantenendo alto il livello di guardia potremo far fronte alla drammaticità del momento. D’altro canto, ritengo che il provvedimento firmato dal governatore Fontana non giovi all’immagine del vino italiano, che viene invece demonizzato e relegato allo status di incentivo alla cosiddetta movida e non riconosciuto come una delle eccellenze del nostro Paese”. Secondo Piccini, servono dialogo aperto condivisione, nell’ottica di salvaguardare sia gli interessi del comparto vinicolo, che la salute dei cittadini: “iniziare uno scambio su questi temi è fondamentale, più voci verranno coinvolte più affinate saranno le risposte e i messaggi che serviranno a superare le difficoltà che si prospettano per i mesi invernali”.

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