“Lo stop alla vendita per asporto di vino e alcolici che con il Dpcm in vigore dal 16 gennaio 2021 (e fino al 5 marzo) ha colpito le enoteche, per esempio, ma non supermercati e altri tipi di negozi che pur vendono vino, è approdata in Parlamento. Dopo la lettera aperta di Vinarius, l’associazione delle enoteche italiane guidata da Andrea Terraneo, al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, a farsi portavoce delle enoteche e della stessa Vinarius è stato il deputato Andrea Dara (Lega), che, nel question time alla Camera dei Deputati, ha chiesto chiarimenti allo stesso Patuanelli. Che, in estrema sintesi, ha risposto che l'obiettivo è quello di evitare assembramenti “che si creano più facilmente davanti ad una enoteca che ad un supermercato”, citando a sostegno della tesi un non meglio precisato caso di assembramento con tanto di esercente multato avvenuto nella città di Patuanelli, Trieste. E ancora, lo stesso Patuanelli ha ammesso che è vero che, con tale provvedimento, si è creata un’“asimmetria nella concorrenza”, ma che, al tempo stesso, si è preferito consentire di continuare a far lavorare le attività che, secondo il Governo, la Cabina di Regia ed il Comitato Tecnico Scientifico, presentano minori rischi di assembramento, frenando, “ancora per qualche settimana”, quelle considerate a maggior rischio.
Puntuale è arrivata la presa di posizione delle enoteche Vinarius: “in merito all’interrogazione parlamentare di questo pomeriggio, in question time alla Camera dei Deputati, Vinarius ribadisce il proprio disappunto di fronte alla conferma del divieto di vendita per asporto dalle ore 18 di qualsiasi bevanda alcolica e analcolica da parte delle enoteche, già previsto dall’ultimo Dpcm. Il Ministro per lo Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli - si legge in una dichiarazione ufficiale sulla pagina Facebook di Vinarius - ha motivato il provvedimento sottolineando i rischi di possibili assembramenti presso gli esercizi commerciali. Vinarius, come già sottolineato nella lettera aperta inviata sabato 16 gennaio al Presidente del Consiglio, ritiene tale rischio assolutamente infondato in quanto sono sempre state rispettate le rigorose disposizioni di sicurezza previste dai protocolli sanitari. Riteniamo inoltre fortemente discriminatoria la difformità di trattamento riservato alle attività con codice Ateco 47.25 e 56.3 che vendono bevande alcoliche e analcoliche rispetto agli altri esercizi commerciali, a cui è invece permessa la vendita dopo le ore 18. Siamo consapevoli della difficoltà nel gestire una situazione di tale emergenza ma al contempo non possiamo condividere una scelta che sta ulteriormente minando la sopravvivenza delle attività di cui Vinarius si fa portavoce. Ricordiamo che tale chiusura toglie all’enoteca il 30% del fatturato giornaliero. Auspichiamo ora un nuovo passaggio per un ulteriore approfondimento al fine di giungere presto ad una rapida risoluzione del problema”. Per ora, quindi, lo status quò resta quello attuale, anche se, pare, qualcosa potrebbe muoversi nelle prossime ore.
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