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CRISI COVID

Vino, criticità non solo di mercato, ma anche di liquidità: le richieste della filiera alla politica

Tutti concordi sul bisogno di liquidità, sgravi fiscali, promozione e standard di sostenibilità. Ma pareri diversi su distillazione di crisi Dop e Igp
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Le richieste della filiera del vino alla politica: difficoltà non solo di mercato, ma anche di liquidità

Il dato di fatto è che il mondo del vino, se nel complesso sembra reggere, vede tante realtà in grande difficoltà a causa della pandemia. Soprattutto quelle orientate ad un horeca che se in Asia è ripartita, in Usa e Uk lo sta facendo, in Europa, in tanti Paesi, è ancora del tutto ferma, come in Francia e Germania, e in altri, come l’Italia, sta ripartendo ma a scartamento ridotto (almeno fino a maggio con il servizio solo all’aperto, e quindi con un potenziale più che dimezzato). E alla luce di questo, ma anche delle richieste che arrivano dalle diverse rappresentanze della filiera messe sul “Tavolo Vino”, coordinato dal Sottosegretario alle Politiche Agricole (con delega al vino), Gian Marco Centinaio, sembra di tornare più o meno ad un anno fa. E se ci sono misure richieste che mettono tutti d’accordo (dal sostegno alla liquidità agli sgravi fiscali e contributivi, dalla necessità di una maggiore promozione all’approvazione del decreto sullo standard unico di sostenibilità), su altre misure, come la distillazione di crisi per i vini Dop e Igp, per esempio, ci sono vedute diverse tra le rappresentanze di filiera.
Come già riportato, nei giorni scorsi, da WineNews, per l’Alleanza delle Cooperative, il cui gruppo vino è guidato da Luca Rigotti, le priorità sono l’introduzione di una distillazione di crisi per i vini Dop e Igp a prezzi remunerativi, strutturata in modo diverso e con più risorse rispetto alla misura introdotta nel 2020, che non avuto grande successo, ma anche una tenuta sulle rese dei vini comuni, nonché la proroga della scadenza delle autorizzazioni di impianto 2021, richiesta condivisa da Confagricoltura, perchè le imprese non hanno liquidità per affrontare gli investimenti necessari.
E proprio il tema della liquidità è la priorità da affrontare, per esempio, secondo l’Unione Italiana Vini (Uiv), guidata da Ernesto Abbona: “in questo momento servono strumenti per mettere in sicurezza finanziaria migliaia di aziende del vino piegate dalle chiusure horeca, con 500 milioni di euro di crediti incagliati e mancate vendite, franco cantina, per 1,5/1,8 miliardi di euro. Contestualmente servirà anche una promozione verso i Paesi terzi più flessibile per intercettare il rimbalzo che ci attendiamo. Il settore deve ripartire da questi 2 capisaldi, mentre pensiamo che la distillazione non sia adatta a questo particolare momento. Il vino italiano nei prossimi mesi si gioca il proprio futuro. Se attraverso il Fondo filiere si riescono ad adottare misure finanziarie efficaci per traghettare il settore fuori dall’impasse, saremo pronti a ripartire. Altrimenti si rischiano dinamiche distorsive a catena, in particolare sul fronte dei prezzi, in grado di travolgere un sistema sin qui vincente. Tra mancati ricavi e crediti non evasi il quadro del mercato oggi è però particolarmente fluido e sarebbe un peccato non approfittare di uno scenario che potrebbe rivelarsi favorevole. Questa - ha concluso Ernesto Abbona - è una crisi di liquidità, non più di mercato, e se non assecondiamo la domanda latente questa si rivolgerà altrove”. Tra le richieste dell’Unione Italiana Vini (Uiv), il rafforzamento dei contributi a fondo perduto, l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali anche per il 2021 e la sospensione dei pagamenti delle imposte e del versamento dell’Iva sui crediti commerciali incagliati. Interventi richiesti anche in merito allo stoccaggio dei vini Dop e Igp e all’approvazione dei decreti attuativi sulle rese dei vini generici e sulla sostenibilità. Sul tema della distillazione, è ancora diversa la visione di Federvini, secondo cui non è una misura prioritaria, almeno a livello generale: “se per alcune situazioni specifiche a livello di Do e Ig i produttori la richiederanno, avranno il nostro sostegno - sottolinea il presidente Sandro Boscaini - ma non può essere una richiesta generalizzata per Dop e Igp italiane a livello nazionale, altrimenti ancora una volta attentiamo al valore delle nostre produzioni”. In quadro internazionale complesso, sottolinea il presidente di Federvini, in un’Europa dove tengono banco il dossier sul cancro (con la futura possibile introduzione di etichette come sui pacchetti delle sigarette per dissuadere dall’abuso) e la riforma della Pac e dell’Ocm Vino, le tensioni sui dazi che se tra Usa e Ue per ora sono sospesi, crescono in altre aree del mondo, come racconta la recente querelle proprio sul vino tra Cina e Australia, passando per nuove complicazione burocratiche in Russia e Cina, senza dimenticare il Regno Unito e la Brexit, “il settore del vino ha bisogno di vedere ripartire in sicurezza il canale HoReCa ed in generale il settore dell’ospitalità. Sono i nostri primi alleati, sono un canale importantissimo per i consumi di vino: non c’è una ricetta magica da proporre ma occorre agire con urgenza sia sul fronte finanziario per delle energiche iniezioni di liquidità, sia sul fronte fiscale per alleggerire tutte le situazioni critiche in particolare sul fronte dei crediti”
In ogni caso, per il presidente degli enologi italiani (Assoenologi) Riccardo Cotarella, è evidente quanto sia “drammatica la situazione che l’intero comparto, a tutti i livelli, sta vivendo”, soprattutto per i produttori, “l’anello al momento più debole, ma anche più importante, di tutta la catena vitivinicola e che più di altri stanno accusando la crisi che ha investito l’economia del vino e di tutti gli altri settori dell’imprenditoria nazionale”. Che come le cooperative, ritiene importante la distillazione di crisi volontaria solo per i vini Dop e Igp, “purchè a prezzi congrui”. Secondo Cotarella, guardando alle giacenze, in alcune Regioni si hanno dati in crescita anche del +10-11% sul 2020, soprattutto per alcuni vini bianchi, “che vedranno crollare ancora di più il proprio valore con l’arrivo della prossima vendemmia”. “La distillazione volontaria - ha precisato il presidente - è dettata anche dalla necessità di prepararsi per l’imminente raccolto 2021 e per far fronte alla mancanza del canale di distribuzione Horeca”. E poi, ovviamente, serve una immissione di liquidità, sia per le imprese del vino che per far ripartire la ristorazione, il sostegno allo stoccaggio dei vini, ma anche una “forte campagna di promozione a favore dell’enoturismo sia sul territorio nazionale che all’estero. Una esigenza, quest’ultima, da più parti sollevata data l’assenza delle fiere internazionali a causa dell’emergenza Covid. Non secondario, secondo Cotarella, tutto il capitolo degli sgravi sui contributi e sulle imposte, ma anche la definizizione dello standard unico di sostenibilità. Tutte misure che andranno finanziate, secondo gli Enologi italiani, con risorse da trovare al di fuori del Piano Nazionale di Sostegno per il vino.
Tante proposte, dunque, messe sul tavolo dalla filiera. Alcune condivise, altre meno. A dover trovare una sintesi, ora, sarà la politica, rappresentata al “Tavolo Vino” dal Sottosegretario alle Politiche Agricole, con delega al vino (ed ex Ministro delle Politiche Agricole) Gian Marco Centinaio (nelle prossime ore, in intervista, a WineNews): “sono convinto che il vino sia la punta di diamante dell’agroalimentare del nostro Paese, e che sia in grado di trainare tutto il made in Italy - ha detto Centinaio - così come credo che una buona parte del turismo che arriverà nel prossimo futuro potrà essere legato a questo settore. Vista la situazione economica e sociale che stiamo vivendo metterò tutto l’impegno possibile. E chi mi conosce sa che se prendo un impegno cerco di portarlo fino alla fine. La priorità ora è risolvere i problemi, poi avremo modo di programmare. Mi concentrerò su interventi che riguardano tre macro settori: aiuti alle imprese, promozione in Italia e all’estero, semplificazione e sburocratizzazione. Quanto prima conto di aggiornare questo tavolo su misure e progetti. È il momento di tirarsi su le maniche e lavorare per dare al settore delle risposte nel più breve tempo possibile”.

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