Non più solo produttori di grandi vini italiani, ma anche ristoratori. E non solo con ristoranti nelle loro tenute, e sempre più spesso stellati Michelin (come abbiamo raccontato spesso) con locali, di proprietà o in joint venture, con il brand della cantina, per rafforzare il proprio posizionamento sul mercato, creare degli avamposti culinari dove i vini aziendali sono protagonisti, e dove, attraverso la cucina, far conoscere il proprio marchio anche a chi non è appassionato di vino. Semplificando, c’è tutto nella strategia di tanti gruppi importanti del vino italiano, che hanno puntato e continuano a puntare sulla ristorazione come business complementare, in un percorso che, in questa fase di uscita dalla pandemia sembra riprendere vigore. Il caso più articolato e “storico”, probabilmente, è quello delle “Cantinette Antinori”, avamposto ristorativo della storica realtà Toscana, che, dal quattrocentesco Palazzo Antinori a Firenze, si sono poi diffuse a Zurigo, in Svizzera, a Mosca, in Russia, a Vienna, in Austria, ed a Montecarlo, nel Principato di Monaco. Ancora, c’è l’esperienza dello “Spazio Bollicine Ferrari”, della griffe del Trentodoc, negli aeroporti più importanti d’Italia come Fiumicino, Linate e Malpensa, oltre che a Madonna di Campiglio, perla delle Dolomiti di Brenta, dove il progetto è partito. Ancora, l’esperienza firmata Frescobaldi, altro nome di punta del vino di Toscana e d’Italia, partita prima con il progetto “Wine Bar dei Frescobaldi”, evoluto poi nei “Ristorante Frescobaldi”, a Firenze e a Londra (e che proprio in questi giorni vede il debutto della “Frescobaldi Wine Experience” a bordo della Costa Firenze, la nuova nave di Costa Crociere dedicata al Rinascimento, ndr). Ancora, c’è la case history di VyTA, guidato da Niccolò Marzotto, uno dei quattro fratelli alla guida del Gruppo Santa Margherita a cui il brand è collegato, e che partito nel 2004 nella stazione di Roma Termini, per poi approdare in quelle di Milano Centrale, Torino Portanuova, Venezia Santa Lucia, Bologna Centrale e Firenze Santa Maria Novella, passando per la Casa del Cinema di Roma e l’Enoteca Regionale del Lazio, nel 2019 è approdato a Londra, a Covent Garden. O ancora, per fare un altro esempio, c’è quello dei Bottega Prosecco Bar della celebre cantina trevigiana, che spazia dagli aeroporti di Dubai, Bologna, Fiumicino, Malpensa, Birmingam, Burga e Varna, in Bulgaria, passando per la nave Viking Line Cinderlla, a Stoccolma, e per l’InterContinental Hotel di Abu Dabi, e, di recente, approdato nel mondo degli ippodromi inglesi, con il progetto Bottega Terrazza Bar & Restaurant e Bottega Garden Bar, grazie ad un accordo con il gurppo britannico Arc (Arena Racing Company, che controlla 16 ippodromi dove si tengono quasi il 40% delle gare inglesi). Solo alcuni esempi di una caleidoscopio di vini e sapori che si sta allargando sempre di più. Dei giorni scorsi, per esempio, l’apertura a Monaco di Baviera, nella via del lusso Maximilianstrasse, del nuovo “Masi Wine Bar”, del gruppo Masi Agricola, realtà di primo piano della Valpolicella, che si aggiunge a quelli di Cortina d’Ampezzo, Zurigo e Tupungato (in Argentina). “L’apertura a Monaco di Baviera rafforza la presenza della Masi Wine Experience nei mercati internazionali - commenta Federico Girotto, ad Masi - ed è al contempo sinergica con la nostra distribuzione in Germania, Paese in cui abbiamo un elevato potenziale di sviluppo. La nuova location, nella sua unicità sarà un supporto tangibile al valore del marchio, che si avvicina ai consumatori rimanendo ovviamente vinocentrico, ma assumendo anche una dimensione sempre più lifestyle”. “Siamo orgogliosi per questa nuova apertura dove si esprime al massimo il nostro stile fatto di autenticità, ospitalità e internazionalità. Sono convinto - aggiunge Raffaele Boscaini, direttore marketing Masi - che sia il miglior biglietto da visita per portare il brand Masi a tutti gli appassionati, non solo di vino, ma più in generale di quel benessere, convivialità e anche semplicità che caratterizzano lo stile di vita italiano che in tutto il mondo rappresenta un modello”.
E, per una realtà che ha già aperto, un’altra sta per arrivare, il 12 luglio, a Londra, firmata da un’altra realtà di primo piano della Valpolicella e del Veneto, Pasqua Vigneti e Cantine, nei prestigiosi magazzini del lusso di Harrods, dove la già iconica pizzeria di Harrods diventa “Pizzeria & Pasqua”, in un progetto enogastronomico che combina la pizza, piatto icona dell’Italia nel mondo, e alcune delle etichette più rappresentative di Pasqua, come Passione Sentimento, Valpolicella Ripasso e Amarone Famiglia Pasqua, 11 Minutes rosé, Y rosé, il multi-vintage Hey French e il Valpolicella Mai Dire Mai, oltre a grandi classici dell’Italia e del Veneto. “Grazie alla partnership sinergica che ci lega ad Harrods - commenta l’ad di Pasqua Vigneti e Cantine, Riccardo Pasqua spiega - avremo la possibilità di far assaggiare a una clientela di altissimo profilo i vini più rappresentativi della nostra cantina. Essere presenti nel luxury retail di Londra, terza città più visitata al mondo, ci permette di raggiungere un target importante in una vetrina internazionale di riferimento per il mondo del vino, oltre ad amplificare il nostro messaggio di eccellenza, dalla nostra continua ricerca di stili di vinificazione innovativi e alla proposta di etichette originali e fuori dagli schemi”. Ennesimi esempi di una strategia, quella di unire il vino alla ristorazione, sia con un target di lusso che più “pop”, su cui tante realtà di primo piano del vino italiano sembrano credere sempre di più, nonostante un anno e mezzo che ha messo in ginocchio la ristorazione mondiale, ma che pare essere protagonista della ripartenza, seppur parziale e incerta, che il mondo sta vivendo.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024