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Pandolfini: da collezione di Daniel Thomases il quarto di brenta di Monfortino Giacomo Conterno

Sotto il martello, il top di Toscana, Piemonte, Bordeaux e Borgogna, da Ornellaia a Soldera, da Gaja a Henri Jayer, a Margaux

C’è anche la preziosa collezione di Daniel Thomases, grande giornalista e critico del vino, collaboratore delle maggiori testate del settore, da “Wine Spectator” a “The Wine Advocate”, e firma anche per WineNews, scomparso a marzo 2020, sotto il martello di Pandolfini, che l’11 e 12 novembre renderà omaggio al grande wine writer americano, adottato dall’Italia, con una selezione di 29 lotti di etichette del Belpaese, tra Piemonte e Toscana, le sue Regioni preferite, da cui arrivano veri e propri tesori enologici, a partire da una delle sei 12 litri di Barolo Falletto Riserva di Bruno Giacosa del 1996 (2.000/2.500 euro), che lo stesso Bruno Giacosa regalò a Daniel Thomases. Si resta in Piemonte per una selezione di lotti che conta bottiglie uniche come un quarto di brenta della Riserva 1955 del Barolo Monfortino di Giacomo Conterno, la bottiglia numero 1 prodotta dall’azienda, stimata 9.000/18.000 euro. In tutto, saranno 769 i lotti sotto il martello di Pandolfini, che fanno de “L’arte del collezionare” il catalogo più vasto e qualitativo di sempre, a partire da un’altra collezione privata, questa volta di un imprenditore, ricca di grandi etichette - italiane e francesi - e di vecchie annate, tra cui una bottiglia di Mouton Rothschild 1945 (4.000/16.000 euro), da Bordeaux, ma anche Armand Rousseau, Leflaive, Romanée-Conti, Bruno Chevalier e Henri Jayer, con il celeberrimo Vosne-Romanée Cros Parantoux, stimato 2.000/4.000 euro.
Si va, quindi, in Toscana, partendo da Bolgheri, con Ornellaia, Masseto e Sassicaia, in formati che vanno dalle mezze bottiglie alle Mathusalem da 6 litri, come quella di Ornellaia 2010, valutata 1.200/2.400 euro, e de Le Pergole Torte 1997 di Montevertine (1.200/2.400 euro). Ed ancora la doppia magnum di Masseto 2017 (2.000/4.000 euro), le 12 bottiglie di Sassicaia Tenuta San Guido 2001 (1.500/3.000 euro), le sei bottiglie di Brunello di Montalcino Case Basse Riserva Gianfranco Soldera 2003, stimate 1.800/3.600 euro, le 12 bottiglie di Brunello di Montalcino Poggio di Sotto 1994 (1.000/2.000 euro). Tornando in Piemonte, da segnalare le 5 bottiglie di Barolo Cannubi San Lorenzo Giuseppe Rinaldi 1999 (1.300/2.600 euro), le 6 bottiglie di Barolo Bartolo Mascarello 1998 (1.200/2.400 euro) e le tre magnum di Sorì Tildin Gaja 1982 (1.000/2.000 euro), con 4 bottiglie di Amarone Classico Riserva Giuseppe Quintarelli 1990 (1.800/3.600 euro) a “rappresentare” la Valpolicella.

Di nuovo al di là della Alpi, tra Château e Maison, sono tantissimi i lotti delle grandi griffe del vino francese, da Margaux a Lafite Rothschild, da Haut Brion a Dom Perignon, da Salon a Krug (in ogni sua declinazione dal rosé al pregiatissimo Clos d’Ambonnay, valutato 1.300/2.600 euro). Di nuovo in Borgogna, terra dei più pregiati Grand Cru, da Chambertin a Corton-Charlemagne, da Montrachet a Musigny, con il Domaine George Roumier che ha una produzione media annua di appena 350 bottiglie, di cui una del 2014 sarà battuta a 4.000/8.000 euro. Chiude la vendita la sessione “Le Meraviglie”, una selezioni di 113 lotti dei Domaine Emmanuel Rouget, René Engel, d’Auveney, Leroy e Romanée-Conti. Etichette di valore indiscutibile, tra cui spiccano le numerose bottiglie formato Magnum, come il Vosne-Romanée Cros Parantoux 2015 di Rouget, stimato 3.000/8.000 euro, e il Clos-Vougeot 2002 di Engel, per il quale sono richiesti 2.400/4.800 euro.

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