Querce, aceri campestri, ornielli, olmi, frassini, carpini, salici e pioppi, tra i quali sverna e migra l’avifauna e nidificano alcune specie di uccelli rare in pianura, quali il colombaccio e il picchio verde, ma che sono abitati anche da rapaci come l’albanella reale e lo smeriglio, ed un anfibio particolarissimo come l’ululone dal ventre giallo, simile ad un piccolo rospo. È questa la vita che, nonostante tutto, scorre da secoli nel Bosco di Lison, a Portogruaro, sei ettari sulle rive del fiume veneto da cui prende il nome questo frammento di bosco planiziale misto, scampato ai ripetuti disboscamenti realizzati per fini agricoli, soprattutto a partire dall’epoca romana, di migliaia di ettari boschivi. Un tesoro della natura di cui ora si prende cura una cantina: Villa Bogdano 1880, che ha stretto un accordo con Vegal (Gal Venezia Orientale) per proteggerlo, conservandone e arricchendone l’habitat e migliorando la salute della fauna e della flora, ma anche per insegnare ai più giovani il valore della biodiversità, di cui sempre più aziende del vino italiano si fanno paladine in tutta Italia, con attività di educazione e sensibilizzazione.
La custodia della biodiversità ed i laboratori didattici sono il cuore pulsante dell’accordo tra Villa Bogdano 1880 e Vegal per la conservazione e la tutela del Bosco di Lison, che rientra nel progetto “Engreen”, che fa parte del Programma di Cooperazione “Interreg V-A Italia-Slovenia 2014-2020”, finanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale e dai fondi nazionali, per la tutela, l’implementazione e la valorizzazione delle infrastrutture verdi di cui Vegal, ente di sviluppo del Veneto Orientale, è partner. “La nostra azienda ha sempre dimostrato grande attenzione non solo alla promozione del prodotto vitivinicolo, ma anche alla tutela della biodiversità. Quando abbiamo iniziato a fare i nostri vini, abbiamo scelto di valorizzare il bosco planiziale del 1200 che si trova all’interno della tenuta. Si tratta di un relitto delle selve di querce insediatesi nell’ultimo periodo post-glaciale (a partire da circa 10.000 anni fa) nella bassa pianura tra Livenza e Tagliamento. Un bene prezioso che rischiava di scomparire e che noi abbiamo fatto il possibile per preservare, affiancandolo alla coltivazione di vigneti antichi e varietà autoctone. Oggi vogliamo fare di più per garantire lunga vita a questo patrimonio di biodiversità e, allo stesso tempo, condividerlo con appassionati e amanti della natura, e con i giovani in particolare. Sentiamo la responsabilità di restituire unità tra agricoltura, natura e cultura”, spiega Domenico Veronese, co-fondatore con Lucio Tessari della tenuta, 110 ettari delimitati da due fiumi che nei secoli hanno permesso di mantenere le caratteristiche originarie del terreno che è un’oasi protetta, in cui si tutelano e valorizzano il Tai e la Glera, il Refosco dal Peduncolo Rosso e la Malvasia.
Il primo appuntamento educativo con i ragazzi delle scuole è in programma il 1 febbraio con attività guidate di ricerca-azione (con smartphone) e di formazione sul Bosco di Lison. Si cercherà di individuare le minacce dell’infrastruttura verde, con attività anche in aula, al fine di trovare possibili soluzioni per la tutela e la valorizzazione dell’area. L’accordo prevede che il progetto pilota venga realizzato in quattro fasi: si parte con una fase di progettazione, per studiare le condizioni di salute attuale del bosco; a seguire ci sarà la realizzazione dell’intervento che potrà prevedere l’eliminazione di specie alloctone (come, ad esempio, l’edera che soffoca gli alberi), la creazione di nuovi habitat riproduttivi e il potenziamento di corridoi ecologici, e si potranno anche inserire pannelli o punti informativi; la terza fase prevede un’attività di sensibilizzazione della cittadinanza e di coinvolgimento dei giovani, attraverso laboratori didattici, visite per le scuole ed eventi per appassionati. A conclusione si potranno progettare altri interventi migliorativi, come, per esempio, il collegamento dell’area aziendale con il bosco mediante la realizzazione di una passerella sul corso d’acqua per consentire il passaggio.
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