Il vino, il cibo, la cultura, l’arte, i viaggi e non solo. Sono tanti i motivi per cui gli americani amano l’Italia. 101, per la precisione, secondo il numero di Aprile 2022 di “Wine Spectator”, una delle riviste più diffuse sul vino in Usa, che torna a dedicare la sua “cover story” al Belpaese (l’ultima, nel 2021, è stata quella di Lamberto Frescobaldi, ndr). Ennesimo segnale di un lento e complesso ritorno alla normalità, in vista di Vinitaly 2022 (10-13 aprile, a Verona) e della sua tradizionale anteprima, “Opera Wine 2022”, la degustazione di Veronafiere che vede protagoniste le 130 cantine selezionate da “Wine Spectator”.
Una lista che racconta la qualità diffusa del Belpaese (già anticipata in versione completa da WineNews, domenica 6 aprile), che, in questa edizione, conta, tra le altre, 9 new entry (Grifalco della Lucania, Guido Berlucchi, Catabbo, Oddero, Istine, Castello di Monsanto, Poggerino, Scacciadiavoli e Romano Dal Forno), mentre sono 25 le cantine “all timer” (che partecipano, dal 2012, anno della prima edizione della degustazione, organizzata da Veronafiere e dalla rivista Usa), ovvero Allegrini, Antinori, Bruno Giacosa, Ca’ del Bosco, Castello di Ama, Castello di Volpaia, Famiglia Cotarella, Ferrari, Feudi di San Gregorio, Fontodi, Livio Felluga, Lungarotti, Masi, Masciareli, Nino Negri, Ornellaia, Paolo Scavino, Pieropan, Planeta, San Felice, Tasca d’Almerita, Tenuta San Guido, Tormaresca, Umani Ronchi e Zenato. A cui è affidato il compito di rappresentare il Belpaese agli occhi di un mercato fondamentale, quello americano che, come detto ieri in presentazione ufficiale da New York da Antonio Laspina, direttore Ice Agenzia di New York e coordinatore per gli Usa dell’Italia Trade Agency, “si è dimostrato forte e resiliente” nonostante la pandemia. Lo testimoniano i numeri dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly, secondo cui, nel 2021, le esportazioni di vini italiani negli States hanno raggiunto la cifra record di 2,2 miliardi di dollari, con una crescita del +18% sul 2020 (e oltre il +14% dell’import americano nel suo complesso, ndr), come ricordato dal dg Veronafiere Giovanni Mantovani. “L’amicizia tra Usa e Italia, sul vino e non solo, non la scopriamo oggi: da anni l’America è il primo mercato del vino italiano, e questa relazione si è dimostrata solida in questi due anni. Vinitaly e Opera Wine 2022 saranno l’occasione per rinnovarla, e non è un caso che il focus di apertura di Vinitaly 2022 sarà proprio dedicato ai mercati di Usa e Canada, Paesi strategici di cui ci sarà una grande e qualificata rappresentanza di buyers e operatori in fiera, anche grazie al lavoro dell’Ice e del Ministero degli Esteri. Così come saranno presenti tanti operatori da Germania, Scandinavia, Svizzera, Olanda, e stiamo lavorando per una forte presenza anche da Uk, Giappone, Messico e non solo”, ha sottolineato il dg Mantovani. Dando appuntamento ad un Vinitaly 2002 che, tornando nella sua formula piena, sarà soprattutto business, ma anche un grande brindisi ad un agognato ritorno alla normalità. O, comunque, a qualcosa che gli assomigli molto.
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