Aveva giurato di non lasciare la propria terra, i propri vigneti, la propria casa, ma l’avanzata dell’esercito russo nel sud dell’Ucraina ha spinto Eugene Shneyderis, proprietario di Beykush Winery, a riparare in Spagna, nel Penedès, con la sua famiglia. Da qui, però, il vignaiolo ucraino continua a dare il proprio contributo, lanciando, in un’intervista al magazine Uk “Decanter” un messaggio importante, in cui invita i vignaioli ad accogliere chi fugge dalla guerra. Secondo l’Agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite, infatti, sono più di 3 milioni gli ucraini che hanno lasciato il Paese dall’inizio dell’invasione russa, il 24 febbraio. L’idea di Shneyderis nasce dall’esempio di un produttore del Penedès che ha accolto una famiglia negli alloggi solitamente destinati agli stagionali che arrivano ad agosto per la vendemmia.
“Trovo che sia una bella idea, ho un’azienda, e credo che in questo momento dell’anno molte cantine abbiano la possibilità di accogliere i rifugiati”, ha detto Eugene Shneyderis, spiegando come la rete della solidarietà debba coinvolgere aziende e associazioni di produttori, che possono contare su portali come “Airbnb” e soprattutto “I Can Help”, in cui chiunque può mettere a disposizione la propria casa per ospitare chi scappa dalle guerre. Il fondatore di “I Can Help”, l’imprenditore bielorusso George Kachanouski, si è detto entusiasta all’idea di coinvolgere le aziende del vino, “perché in questo momento per la popolazione ucraina che scappa dalle bombe non c’è niente di meglio di un posto come una cantina, immersa nella natura, dove riprendersi e superare lo shock, prima di tornare alla propria vita”.
In primissima fila, sin dai primi giorni, nella corsa all’accoglienza c’è la storica cantina moldava Château Purcari: dall’Ucraina hanno superato il confine con la Molodva 344.000 persone, ed in centinaia sono stati ospitati, sfamati e curati qui. In Ucraina, intanto, i viticoltori rimasti resistono, la stessa Beykush Winery non è ancora caduta in mano ai russi, ma l’imminente sbarco dal Mar Nero sulle coste di fronte Mikolayv, a pochi chilometri dall’azienda, potrebbe cambiar le carte in tavola. La città è strategica per il controllo della fascia costiera che va da Odessa - obiettivo dichiarato di Mosca - a Mariupol.
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