La presentazione della 2021, prima annata del Chiaretto di Bardolino con la nuova menzione, chiude idealmente uno dei percorsi intrapresi anni fa dai vini “Bardolino” per approdare a un nuovo assetto. La “Rosé Revolution”, iniziata nel 2014, ha disegnato la fisionomia precisa del vino rosa della sponda orientale del Lago di Garda. Dal colore rosa pallido giocato su una tavolozza ristretta, al profilo sensoriale, i Chiaretto di Bardolino hanno una identità peculiare comune, pur nell’interpretazione dei singoli produttori. E reggono alla prova del tempo, a significare una qualità che rende questi vini molto interessanti a diversi anni dalla vendemmia. In questa evoluzione, abbandonata l’esuberanza della giovinezza, escono i caratteri dell’annata e si percepiscono le differenze territoriali. A evidenziarlo le “selezioni” in ingresso sul mercato affinate uno o due anni presenti a “Corvina Manifesto - L’Anteprima del Chiaretto di Bardolino”, organizzata dal Consorzio di tutela, nei giorni scorsi (all’Istituto Tusini di Bardolino, specializzato nella formazione di giovani operatori di cantina e vigneto) e da una significativa verticale delle annate dalla 2014 all’ultima 2021.
“Abbiamo avuto, e per questo siamo molto soddisfatti, della crescita a doppia cifra del Chiaretto di Bardolino - ha sottolineato Franco Cristoforetti, presidente del Consorzio di tutela del Chiaretto di Bardolino - nel primo bimestre 2022 abbiamo già collocato 1,4 milioni di bottiglie, con un incremento del 26,7% su base annua. Questo exploit conferma ciò che noi pensiamo e sappiamo da anni, e cioè che tra i nostri vini il Chiaretto è molto legato alla convivialità e, ripartendo la possibilità di stare insieme ed uscire a cena, i consumi nella ristorazione sono ripartiti. Speriamo che la difficoltà di reperire il vetro bianco non rappresenti un handicap nei mesi estivi, perché il Chiaretto non può prescindere da una bottiglia che in trasparenza ne metta in evidenza il colore. Una difficoltà che frenerebbe una crescita che in prospettiva potrebbe significare 2 milioni di bottiglie di vetro in più all’anno, un numero importante se consideriamo il nostro territorio nazionale”. Questa edizione ha visto anche la presenza della Aoc Tavel della Valle del Rodano - prima al mondo nel 1936 a prevedere previsto solo vini rosé - e dei vini dei produttori di Rosés de Terroirs, associazione recentemente nata in Francia, di cui sono state invitate a far parte, uniche realtà non transalpine, anche due aziende del Chiaretto di Bardolino.
Ma archiviata l’Anteprima del Chiaretto 2021, all’orizzonte ci sono i traguardi raggiunti con i Bardolino dei tre storici “distretti” Montebaldo, La Rocca e Sommacampagna, riconosciuti con il disciplinare entrato in vigore il 14 aprile 2021, che, per la prima volta, con numeri produttivi importanti saranno presentati il 25 e 26 novembre prossimi sotto il cappello di “Corvina Manifesto”. Il marchio che è comparso, non raccontato, anche nell’evento dedicato al Chiaretto. “Corvina Manifesto - ha svelato, a Winenews, il presidente Cristoforetti - è un marchio registrato dal Consorzio che accompagnerà in futuro le manifestazioni dedicate ai vini a base di Corvina, non solo dei distretti produttivi del Bardolino, ma anche degli altri. È un lavoro che abbiamo iniziato per far capire che la Corvina è una delle caratteristiche salienti di tutti i vini veronesi da uve a bacca rossa e quindi Corvina Manifesto vuole essere la rappresentazione del nostro territorio attraverso la questo vitigno”. E parlando di altri vini a base di Corvina il pensiero corre subito ai vini della Valpolicella. “Con Corvina Manifesto - ha risposto Cristoforetti - immaginiamo di rivolgerci non tanto al mondo consortile, quanto alle cantine veronesi che, essendo trasversali a quasi tutte le denominazioni, avranno l’opportunità di presentare in una soluzione unica tutti i loro vini a base Corvina, dall’Amarone a tutti i vini Valpolicella, ai nostri Bardolino e Chiaretto, fino ai vini a indicazione geografica. La Corvina ha delle caratteristiche uniche nel panorama italiano, perché è l’uva da cui otteniamo dai vini rosa ai rossi da uve in appassimento e da uve fresche di grande eleganza con capacità di invecchiare e di rappresentare le varie sfaccettature di un territorio ricco di biodiversità come quello veronese, che va dalle colline del Lago di Garda, incastonate tra le Alpi, con clima spiccatamente mediterraneo, alle valli più lontane della Valpolicella, con terreni molto forti, e climi quasi continentali”.
L’altro progetto in seno alla segmentazione dei vini “Bardolino” è relativo al “Chiarè Rosé”, a cui è stata dedicata la presenza del Consorzio al Vinitaly, ma che non è stato ancora comunicato. “Il progetto Chiarè Rosé - ha spiegato Cristoforetti, a Winenews - ha visto la luce in questi ultimi mesi e credo sia una novità assoluta nel panorama italiano. Si tratta di un marchio consortile dedicato al Chiaretto Spumante che accompagnerà una campagna specifica per questo prodotto. Avremo quindi tre canali di comunicazione differenti per il Chiaretto di Bardolino, il Chiaré Rosé e il Bardolino delle sottozone, con eventi rispettivamente in primavera e in autunno”.
Chiarè Rosé è un marchio che il Consorzio ha registrato anni fa per un cocktail a base di Chiaretto Spumante - con sciroppo al Sambuco, foglie di menta e soda water - per consolidarne il consumo nella zona di produzione. Oggi, invece, indicherà la produzione scaturita da un progetto di filiera a cui hanno aderito le 5 aziende maggiori produttrici di uve dell’area, che parteciperanno alla lavorazione delle basi spumante con ruoli diversi.
“Si tratta del primo accordo di filiera per un prodotto indirizzato specificatamente alla gdo e al mondo delle discoteche e dei locali notturni - ha spiegato Angelo Peretti, a capo della comunicazione del Consorzio a Winenews - avrà un packaging accattivante ed estremamente curato e la vendita sarà affidata a un’agenzia di distribuzione. All’inizio il numero di bottiglie sarà limitato, ma il potenziale riguarda il 20% delle uve prodotte sul territorio che, pur rimanendo nei limiti di resa imposti dal disciplinare, potrebbe raggiungere i 4 milioni di bottiglie”. In futuro, quindi, l’etichetta Chiarè Rosé del Consorzio incrementerà e affiancherà la produzione delle aziende private, pari oggi a 300.000 bottiglie su un totale di 10 milioni.
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