É un esperimento unico nel suo genere, il primo vino rosso affinato nel marmo: l’idea è del produttore belga (ma di origini italiane) Oliver Paul Morandini, proprietario dal 2010 della cantina Fuori Mondo, in Versilia. Un’azienda piccola (10 ettari di vigneto) ma alla ricerca maniacale dell’eccellenza, con un’attenzione particolare ai monovitigni.
Nel 2019, in pieno lockdown, l’amico chef Yannick Alleno, proprietario del ristorante Ledoyen, tre stelle Michelin a Parigi, gli suggerisce l’idea di utilizzare il marmo in cantina, e Morandini la coglie al balzo. Grazie al supporto dell’imprenditore Paolo Carli, proprietario della Henraux, storica cava di Seravezza (Lucca), viene estratto un blocco di marmo di 35 tonnellate dal Monte Altissimo, nelle Apuane (un luogo famoso per aver fornito marmi preziosi fin dal Cinquecento per la realizzazione di chiese e opere d’arte in tutto il mondo). Da questo vengono ricavate due anfore, dalla capacità di 17,5 ettolitri ciascuna, destinate ad affinare per due anni il Cabernet Sauvignon di Morandini. Poi, un lungo periodo di studio per comprendere l’interazione tra i due materiali e portarli all’armonia, dove il marmo dilata il vino conferendogli un’incredibile dimensione “tellurica”.
Per ora il “Fuori Marmo” verrà prodotto in una limited edition di 120 magnum e 80 doppie magnum, appena presentate a Parigi. Le bottiglie bordolesi saranno vendute al prezzo di 1.000 euro ciascuna. Ma non è tutto: anche le anfore in marmo - del peso di 2 tonnellate ciascuna - saranno messe in commercio nel 2024 dall’azienda Hernaux. Il prezzo? 100.000 euro ciascuna, ma sono destinate a durare praticamente in eterno.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024