Le “Anteprime di Toscana” 2023 chiudono con una giornata dedicata all’“Altra Toscana”, quella delle denominazioni meno celebri, ma non per questo meno ricche di bellezza e fascino, nei territori e nei calici e che raccontano quella Toscana del vino “nascosta” e diversa, che va ad arricchire la proposta vinicola della Regione.
L’“Altra Toscana” del vino sostanzialmente rappresenta un universo enoico formato da 12 consorzi di tutela Doc/Docg/Igt: Carmignano, Chianti Rufina, Colline Lucchesi, Cortona, Maremma Toscana, Montecucco, Orcia, Suvereto e Val di Cornia, Terre di Casole, Terre di Pisa, Valdarno di Sopra, Toscana. Un caleidoscopio enoico dove, solo per fare alcuni esempi, gli assaggi aprono suggestioni bel al di là del bicchiere: un Valdarno di Sopra rimanda anche al paesaggio della Gioconda, un Carmignano alle Ville Medicee, i vini di Maremma e Montecucco alla natura più selvaggia del litorale. Mentre con un’Orcia ci troviamo nel bel mezzo di uno dei paesaggi più belli del mondo, patrimonio Unesco, e con un’etichetta di Cortona si può ripensare agli affreschi del Signorelli o, assaggiando un Colline Lucchesi alle mura di Lucca e con un Terre di Pisa, evidentemente, al portamento regale della torre della città marinara. E ancora: alcune di queste denominazioni, a torto definite “minori”, per esempio nel caso del Carmignano, del Valdarno di Sopra e del Chianti Rufina, sono areali dalla storia antica, già presenti nel Bando di Cosimo III de’ Medici.
Una manifestazione che, sotto l’egida di Francesco Mazzei alla guida dell’associazione “L’Altra Toscana” e presidente del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana, sta compiendo un percorso per promuovere le diversità ambientali, geologiche, climatiche, viticole ed enologiche che arricchiscono la Toscana e ne rappresentano eccellenze e particolarità ancora in parte da scoprire, molto spesso, fatte da cantine con una dimensione media più piccola rispetto alle grandi denominazioni e dove si gestisce il vigneto con grande attenzione, spesso in regime biologico o biodinamico. “L’Altra Toscana - suggerisce Mazzei - è un progetto che, da un lato, con l’unione, dà un impatto di immagine ai vini di questi Consorzi e, dall’altro, con un’offerta unica per varietà, va incontro anche alle esigenze di operatori continuamente alla ricerca di novità da proporre a consumatori sempre più curiosi”. Oltre 10 milioni sono le bottiglie che in media ogni anno vengono immesse sul mercato da queste realtà. Un ricco affresco di stili enologici, dominato dal Sangiovese, ma capace anche di proporre vitigni di antica coltivazione meno diffusi o vini in cui le varietà internazionali seguono un percorso del tutto originale, sia sul fronte bianchista che rossista. Le denominazioni protagoniste, infatti, sono prodotte in areali molto diversi della Toscana, da quelli collinari intorno a Lucca a quelli a sud di Pisa, che da San Miniato si spingono fin quasi a lambire la costa, dalla piccola area ad ovest di Siena intorno a Casole d’Elsa alla Maremma grossetana e all’area amiatina del Montecucco, dalla zona del Rufina a nordest di Firenze lungo il corso del fiume Sieve alla piccola area ad ovest di Firenze tra Poggio a Caiano e Carmignano, dalla splendida Val d’Orcia alla Val di Chiana con le colline del Valdarno di Sopra tra Firenze e Arezzo ai colli di Cortona oltre il canale Maestro della Chiana, quasi a lambire il Lago Trasimeno.
Tante enclave viticole dunque, da cui WineNews ha estrapolato i 20 migliori assaggi. Buone sensazioni complessive nell’assaggio del Carmignano Riserva 2020 de Le Farnete, dai profumi ben profilati sul frutto e le spezie e dalla bocca succosa e tendenzialmente dolce, dal finale in crescendo. Convincente il Carmignano Il Sasso 2021 di Piaggia, dagli aromi intensi e rigogliosi di frutti rossi e toni affumicati. In bocca, il vino è goloso ed avvolgente. Bello il gioco aromatico tra i piccoli frutti rossi e i cenni affumicati del Chianti Rufina 2021 di Frascole, dal gusto sapido e reattivo. Non delude mai il Chianti Rufina Vigneto Bucerchiale Riserva 2020 della Fattoria Selvapiana, dai raffinati aromi fruttati che accompagnano uno sviluppo gustativo solido e gustoso. Stile rustico ma intrigante per il Colline Lucchesi Palistorti 2021 della Tenuta di Valgiano, dai profumi terrosi e dall’incedere gustativo sapido e continuo. Frutto scuro, ma anche rimandi al pepe e alle castagne nel naso del Cortona Syrah 2021 di Stefano Amerighi dallo sviluppo gustativo di bella energia e temperamento. Sorso dal bel ritmo incalzante per il Cortona Syrah Linfa 2021 di Fabrizio Dionisio, dai profumi puliti di spezie, frutto rosso e tocchi di erbe aromatiche. Intrigante nel suo carattere mediterraneo il Maremma Grenache Oltreconfine 2020 dei fratelli Bruni, dal naso che alterna frutto dolce rosso e nero a tocchi di pietra focaia, con bella nota balsamica a rifinitura. In bocca, il sorso è succoso, appagante e non privo di energia. Puliti e fragranti i profumi del Maremma Ciliegiolo Monte Calvo 2021 di Sassotondo, dalla bocca ben profilata, dai tannini vivaci e dal solido finale. Possiede profumi di fiori, erbe di campo e tocchi affumicati il Montecucco Sangiovese Carta Canta 2019 di Basile, dal gusto pieno e continuo. Raffinato il profilo olfattivo dell’Orcia Sangiovese Aetos 2019 della Tenuta Sanoner, che è ripreso da un sorso leggiadro, sapido e dinamico. Solido negli aromi e convincente nel gusto l’Orcia Saltamacchia 2019 de La Nascosta, l’azienda della famiglia Mastrojanni. Potente ma ben profilato il Syrah Sogno Mediterraneo 2020 della Tenuta Casadei dai profumi di frutti scuri, spezie e dal gusto pieno e intenso. Fraseggio molto fine per il sorso del Terre di Casole Sangiovese Alberaia 2019 di Tenute Pietro Caciorgna, che profuma di piccoli frutti rossi e polvere di caffè. Scorrevole nel suo sviluppo gustativo il Terre di Pisa Maurleo 2020 di Beconcini, dai profumi fragranti e ben a fuoco. Bella trama tannica, terrosa e saporita, contraddistingue lo sviluppo gustativo del Valdarno di Sopra Sangiovese Boggina B Riserva 2020 di Petrolo, dai profumi intensi e invitanti. Resta un punto di riferimento assoluto il Caberlot de Il Carnasciale. Ottenuto da un vitigno originale (Cabernet+Merlot), che proprio tra le colline del Valdarno ha trovato il suo habitat ideale, svela, anche nella sua versione 2019, il suo inconfondibile spettro aromatico che passa dall’edere alle spezie, dai ton erbacei a quelli leggermente affumicati, accompagnando un sorso ritmato e ben proporzionato.
Tre vini bianchi, per chiudere in bellezza: il Maremma Vermentino Codice V 2021 della Tenuta Belguardo, dal naso sui frutti gialli con tocchi agrumati e bella nota mentolata a rifinitura. Dal sorso succoso, persistente e di buon contrasto dolce-acido; il Maremma Sauvignon Gessaia 2022 della Tenuta Montauto fine nella sua tessitura olfattiva sul floreale, con tocchi leggermente erbacei e rimandi agrumati, ad anticipare una bocca tendenzialmente fragrante, con un tocco caldo che si fa sentire nel finale dai ritorni fruttati e floreali; il Maremma Vermentino Marmato 2022 di Terre dell’Etruria, naso che sa di frutta tropicale ma soprattutto di fiori di tiglio, accompagnando un sorso sapido, scorrevole e continuo.
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