Nella Giornata Internazionale dei Diritti delle Donne, più che festeggiare il gentil sesso in quanto tale, omaggiando mamme, amiche, mogli con il simbolico mazzo di mimose, crediamo sia doveroso riconoscere il ruolo fondamentale e positivo che le donne hanno avuto nella Storia. In tanti e diversi ambiti, a partire da uno di quelli a noi più caro: l’alimentazione, e non solo in quanto custodi del focolare domestico, ruolo cui hanno assurto per necessità e senso del dovere più che per la propria volontà. Nella seconda metà dell’anno Mille, infatti, alla Scuola Medica Salernitana, vera e propria istituzione medica nel mondo occidentale dell’epoca, primo Centro di Cultura non controllato dalla Chiesa, e tra le più rilevanti dell’intero Medioevo, operava la prima medica d’Italia e d’Europa: Trotula de Ruggiero.
All’epoca, in effetti, la presenza femminile nella Scuola Medica Salernitana, sia tra i docenti che tra gli allievi, non era affatto straordinaria. La sua biografia, costantemente sminuita e rimossa nei secoli successivi, non è particolarmente ricca, ma è assodato che il suo lavoro si basasse sulla tradizione classica ippocratico galenica, secondo cui il corpo umano veniva considerato come un microcosmo all’interno della natura. I suoi scritti, fortunatamente, sono giunti fino a noi, e raccontano la storia di una donna libera, che ha contribuito in maniera decisiva alla crescita della medicina a tutto campo. Il suo “De Mulierum passionibus” segna, simbolicamente, la nascita dell’ostetricia e della ginecologia, ma il suo approccio alla farmacologia, che ha messo a sistema riti e tradizioni dell’epoca, ha giocato un ruolo determinante, seppure indiretto, nella nascita di quella che oggi è la Dieta Mediterranea.
Trotula de Ruggiero dette di sicuro un contributo importante alla cura del mitico il primo Centro di Cultura non controllato dalla Chiesa dove venivano coltivate le erbe mediche, unica fonte, all’epoca, per la preparazione dei medicamenti. È anche per questo che viene considerata la progenitrice dei medicamenti e delle creme, cui si dedicò nella convinzione che la bellezza esterna fosse il segno non solo di un corpo sano, ma anche della sua armonia con l’universo, e perciò le erbe medicamentose, così come le pomate, i bagni, i massaggi erano tutti metodi curativi utili per vivere in maniera serena il rapporto con il proprio corpo e con la propria psiche.
Mettere il corpo umano in relazione con l’ambiente in cui vive e con ciò che mangia, e determinare di conseguenza che l’alimentazione gioca un qualche ruolo nel benessere delle persone, è un fatto rivoluzionario. Ma anche il punto di arrivo di una lunga ricerca in campo medico, iniziata proprio da Trotula de Ruggiero, prima donna medica italiana, cui, non a caso, è dedicato il libro per ragazzi “Trotula e la dieta mediterranea: piccoli segreti per crescere felici”, scritto a sei mani da Roberta Pastore, Anella Mastalia e Valerio Calabrese, direttore del Museo Vivente della Dieta Mediterranea di Pioppi, con le illustrazioni di Federica Cafaro: un racconto fantastico che racconta l’incontro di Trotula de Ruggiero con Parmernide e Ancel Keys, teorizzatore, nove secoli più tardi, della Dieta Mediterranea.
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